"Mogli in crisi di nervi" si ispira ad un format teatrale risalente a 30 anni fa, nel quale operavano quattro uomini intenti a giocare a carte, continuamente distratti dalle esperienze riportate da ciascuno in ordine ai disastrosi rapporti con le rispettive mogli. Decisi a farla pagare alle consorti, i quattro chiamavano una escort che, tuttavia, per loro sfortuna, si sarebbe rivelata essere ben altro. Da allora, questo archetipo è stato riciclato con innumerevoli varianti, compresa la versione femminile, oggi riproposta in termini fedelissimi, pur speculari e con titolo leggermente variato. Ciò che ne scaturisce è una commedia gradevole, che conserva intatta una certa componente ludica, ove la donna viene comunque presentata in termini di piena emancipazione rispetto ad atavici luoghi comuni, specie afferenti alla sfera sessuale: la donna moderna parla liberamente delle proprie fantasie, non nasconde i desideri più intimi, confessa di far uso di sex toys, aspira a giocare con l'uomo come fosse un mero oggetto di divertimento. La commedia regge, anche grazie ad una leggerezza di fondo particolarmente apprezzata e ad una certa eterogeneità delle attrici coinvolte, quattro diverse personalità che, tutte insieme, coprono una espressività piuttosto estesa: si va dall'estro umorale, alla seriosità di fondo, passando per la soffusa timidezza e per il substrato ingenuo e disincantato. Sul finire, l'opera prende una direzione pseudo seriosa che appare totalmente decontestualizzata rispetto a tutto quanto precede e le risate terminano repentinamente, spezzando di fatto un meccanismo comico fino a quel momento assai efficace. Due ulteriori attori più protesi al dramma, piuttosto che alla goliardia, interrompono di fatto una alchimia ludica che incide sugli umori dello spettatore, pur portandolo alla riflessione su tematiche importanti quali la divisione in classi della odierna società, la beneficenza, l'indigenza economica. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 maggio 2023. |
MOGLI IN CRISI DI NERVI |