Sarà pure una mia impressione, ma continuo a sostenere che l’abbandono di Neal Morse abbia giovato agli Spock’s beard. È da Feel euphoria, album successivo a Snow (che vedeva ancora Neal tra le loro fila), che infatti la formazione statunitense sembra ringiovanita e rinfrescata, ma soprattutto non più fossilizzata a scimmiottare reminiscenze rock/prog settantiane.
In tanti avranno infatti riconosciuto nella produzione discografica di Neal Morse, sia passata che presente, sonorità e tecniche fin troppo esplicitamente associabili ai vocalizzi in contrappunto dei Gentle Giant, alle armonie ed alle sonorità corali dei Beatles o alle architetture compositive dei Genesis. La sua produzione, che sia solista, che sia Spock’s beard, che sia Transatlantic, mi è sempre infatti sembrata fin troppo orientata ad omaggiare i miti del passato, rendendo spesso tediose, ripetitive e dispersive, seppur tecnicamente molto valide, le sue incisioni discografiche. Per non parlare del cantato, a mio avviso fortemente penalizzato dalle sue limitate capacità canore.
Sia quel che sia, a partire dal 2003 gli SB sono sembrati rinnovati e senza perdersi d’animo hanno trovato la forza di andare avanti con una nuova formula forse meno pretenziosa del passato, ma altrettanto valida e innovativa. Forse l’unico passo falso è stato compiuto con Brief nocturnes and dreamless sleep del 2013, incisione prog artificiosa, impalpabile e priva di identità, ma soprattutto decisamente lontana dal livello qualitativo raggiunto con Octane, con l’omonimo, ma soprattutto con X e con The Oblivion particle.
La colonna portante post Neal è forse stata costituita da Nick D’Virgilio, bravissimo batterista, a suo agio anche in qualità di voce principale, non a caso assente proprio in Brief nocturnes..., e sostituito dietro le pelli da Jimmy Keegan ed alla voce da Ted Leonard. Fortunatamente ripresisi con The Oblivion Particle, con la medesima formazione del disco precedente, gli Spock’s sembrano aver nuovamente ritrovato la creatività e la genuinità che li sta contraddistinguendo in questa seconda vita e con Noise floor, che vede ritornato D’Virgilio alla batteria seppur non accreditato come former ufficiale, le aspettative non sono andate deluse.
Composizioni brillanti e dinamiche, sonorità incisive, orecchiabilità in primo piano. Il prog di “questi” Spock’s Beard è infatti incentrato soprattutto su quest’ultimo aspetto, risultando piacevole e fruibile anche senza particolare impegno. Il taglio radiofonico è comunque escluso vista la struttura e la lunghezza delle composizioni, che risultano però scorrevoli e moderatamente articolate senza particolari scossoni.
Probabilmente la proposta prog in studio più interessante e piacevole del 2018.
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Ted Leonard: lead vocals Alan Morse: electric and acoustic guitars, backing vocals Ryo Okumoto: keyboards Dave Meros: bass guitar, backing vocals
Additional Musicans Nick D'Virgilio: drums and percussion, backing vocals Eric Gorfain: violin Leah Katz: viola Richard Dodd: cello David Robertson: english horn
Anno: 2018 Label: Inside Out - Sony Genere: Rock progressive
Tracklist:
Cd1: Noise Floor 1.To Breathe Another Day 2.What Becomes of Me 3.Somebody's Home 4.Have We All Gone Crazy Yet 5.So This Is Life 6.One So Wise 7.Box of Spiders 8.Beginnings
Cd2: Cutting Room Floor 1.Days We'll Remember 2.Bulletproof 3.Vault 4.Armageddon Nervous
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