Ma da dove è uscito Kamal? Perché ce lo tengono nascosto nell’Underground? Come mai i discografici si lasciano sfuggire questo poliedrico narratore con la genialità cantautorale che fu (è) di Celentano? “2017.
Aborigeni italiani” è il secondo lavoro di Kamal (alias: Carlo Bonomelli) che esorcizza malcostumi, degrado di popolo e squisiti amarcord, sfidando anche la malasorte del 17 del title-number, dei brani contenuti e del brano finale. Settanta (!) minuti ricchissimi di condimenti vari, spremute di tubetti folk, country, umili rock’n’roll, taranta, spruzzate di seltz-pop e cimenti d’ inaspettato rap. Come l’invettiva della title-track per inseguire una realtà più decorosa e stimolante. Oppure, “Psychotarantadark”, il brano più crepuscolare e oscuro, arricchito dal breve proclama del rapper Diego “Drama” Ghenzi . Ma l’influenza dell’Adriano nazionale è assai ricorrente ma gioiosi di accoglierla: “Sui monti”, “Cartoni animati” e “La vita è tutta un trip” vivono di quell’andamento dinoccolato, molleggiato ed esclusivo dell’ex ragazzo della Via Gluck. Però, l’apice emulativo è toccato da “Che senso ha?”, una sorta di “Svalutation” del nuovo millennio: semplicemente grandiosa! Volete che con un simile lavoro non ci si diverte? Qui, perfino la “Noia” è molto allegra e caraibica, in cui Kamal esprime l’aspetto meno lodevole della gente, che ha smarrito il senso critico e divenuta sciatta e volgare. Si ride alla grande, perché lui sa alleggerire quadretti pietosi con una vocalità briosa e sarcastica. E basta semplicemente “Un sorriso” folgorante di una ragazza di passaggio per ispirare una spensierata vicenda pop. Poi,si respira alcool e…spirito da baracca nell’orbita di “Amore e guerra” , per una bisboccia folk verace e da sagra paesana, dai connotati Jannacciani. Persino nei quattro episodi ballad, l’artista sa colorare quadretti sopraffini di terre natie, rifugi salvifici, quesiti di coscienza ed esistenziali, viaggi e sfogliate di album fotografici. (“Valle” e “Ballata della conoscenza” su tutte). La sua folle intelligenza, parimenti unita a quella del noto Marco Giuradei, ha permesso di chiudere il disco con l’ipnotico mantra di “La pillola anticrisi 2017 “ , attingendo dal sound salentino, miscelato con l’ugola della swinger Cecilia Carta. L’esperienza giramondo di Kamal lo ha portato ad accumulare tesori di esperienze ed emozioni preziosissime palesando, nel titolo dell’opera, il richiamo al vissuto triennale australiano e ci voglia, inoltre, mettere in guardia che, se l’Italia s’impantana con questo andazzo distruttivo, saremo presto noi i nuovi aborigeni. Solo in questo caso ci sarà poco da divertirsi. Anno : 2017 Label : Autoprodotto / Libellula Press Genere : cantautorale, country, folk, miscellanea Formazione: Carlo “Kamal” Bonomelli :voce Marco Giuradei: batteria, basso, tastiere, fisarmonica,percussioni Nicola Panteghini: chitarre soliste elettriche, acustiche, banjo, cori Diego “Drama” Ghenzi: voce rap Cecilia Carta: voce, cori Tracklist: 01. Sui monti 02. La via di mezzo 03. Aborigeni italiani 04. Valle 05. Cartoni animati 06 –Psychotarantadark 07. Distanze 08. Che senso ha? 09. Noia 10. la vita è tutta un trip 11. Un sorriso 12. Ballata della conoscenza 13. La fine del mondo 14. La dea dagli occhi di diamante 15. Amore e guerra 16. La Svizzera 17. La pillola anticrisi 2017
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