Scritto da Edoardo De Filippis Sabato 07 Novembre 2009 18:31 Letto : 2059 volte
Affiora anche una marcata tendenza allo sperimentalismo compositivo ed alla molteplicità stilistica, con il fondersi di generi quali progressive, epic, power e doom, caratteristiche emerse già in passato con "Of Empires Forlorn" del 2003. I'innesto di Rain Irving alla voce ha consentito al chitarrista e leader della band Tom Philippis di concentrarsi esclusivamente sulle sei corde; il neoarrivato si dimostra pienamente all'altezza della situazione, interpretando in modo impeccabile liriche ariose e ricche di enfasi. L'interminabile "The Furthest Shore", brano elaborato ed eterogeneo, regala momenti di grande pathos, in particolar modo nelle sezioni acustiche e negli splendidi assoli velati di malinconia. "Vessel" ha un incedere impetuoso, travolgente nelle strofe, per poi sfociare in un refrain di gran respiro; quest'ultimo esprime una sensibilità fuori dal comune, comunica emozioni intense, sublimi e costituisce il tassello principale di un mosaico costruito magistralmente, rendendo questo pezzo un capolavoro. La strumentale "Epilogue" è una chiusura in grande stile, con le tastiere che intonano armonie incantevoli, surreali, di una solennità agghiacciante. Gran merito a questa band poco conosciuta, che non ha mai goduto della giusta considerazione, ma che ha tutte le carte in regola per far bene e dimostrare il suo valore. Davvero interessanti, un ottimo lavoro dall'inizio alla fine. 85/100
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Tom Phillips: Chitarra, tastiere, voce Anno: 2009 Sul web: |