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Bloody Herald
Like A Bloody Herald Remains

Album di esordio, per i tipi della bresciana MyGraveyard Production, per i milanesi Bloody Herald, esordio dal titolo "Like a bloody herald remains", esordio di non semplice valutazione, non tanto per un onesto approccio alla qualità musicale del giovanissimo combo lombardo ma scorbutico da valutare perchè altri elementi entrano in gioco a completare quelle che sono le mie conclusioni nell'esprimere un giudizio ponderato sulla qualità di questo platter, componenti che alla fine rischiano di far scricchiolare quanto di buono i Bloody Herald riescono ad esprimere musicalmente e a livello di capacità compositive, tenendo anche conto della già accennata giovanissima età e quindi della conseguente relativa inesperienza. Partiamo col dire che il metal dei Bloody Herald è chiaramente debitore ai Maiden, con delle spruzzate Epic e delle accellerazzioni Speed che fanno gustosamente capolino lungo i 9 pezzi di questo disco.
A livello compositivo il risultato è onesto e sincero, i Bloody Herald riescono ad essere interessanti, le chiare influenze si sentono ma i ragazzi milanesi ne sanno dare una interpretazione abbastanza personale, da segnalare il buon uso delle parti acustiche, alcuni interessanti cambi di tempo, certo ancora ci sono dei momenti interlocutori, dei momenti in cui la partitura tende a perdersi in inutili ripetizioni ma si tratta di momenti sicuramente figli della giovane età e della troppa voglia di "fare", sicuramente una maggiore esperienza avrebbe evitato ciò e quindi sono situazioni perdonabili e che pregiudicano poco la comunque buona base compositiva.
Sull'aspetto strettamente tecnico nulla da dire su i due chitarristi, Matt e William, indubbiamente le componenti migliori della band, capaci tra l'altro di soli sicuramente di discreta fattura, buona la prova anche per il bassista, Jack, che "colpa" forse del missaggio si trova ad essere spesso molto più in evidenza del solito, un pò sottotono al contrario la batteria di Joey che, stavolta forse penalizzata dal missaggio, resta spesso nell'ombra, sottotraccia, mantenendosi talvolta un poco "monotona", "poco varia" in alcuni passaggi, concludo con Adam il cantante dei Bloody Herald la cui prova, nonostante qualche piccolo passaggio a vuoto, risulta nel complesso soddisfacente dimostrando tra l'altro una buona personalità, una buona padronanza della varie situazioni vocali e quindi una buona duttilità, non rifuggendo ad affrontare le situazioni più diverse, brani lenti, brani più tirati, acuti, screaming. Da migliorare la registrazione e la produzione che davvero rendono poco merito al lavoro del combo milanese.

Alla fine la spigolosità nel giudicare questo disco, accennata all'inizio, viene fuori perchè nei Bloody Herald il potenziale c'è, sia tecnico che compositivo e le molte canzoni interessanti presenti ne sono la testimonianza, manca l'esperienza ma questa la si si fa col tempo ma alcune cose sono assolutamente da migliorare iniziando sicuramente dalle fasi di registrazione e produzione, limando alcune imperfezioni tecniche e rendendosi conto che l'eccessiva passione spesso non porta a buoni risultati, si tratta comunque di situazioni a cui sicuramente si può porre rimedio per il futuro, un futuro che ha tutte le carte in regola per essere roseo per i Bloody Herald, per adesso quindi qualcosina in più della sufficienza aspettando però un nuovo lavoro per un raffronto più preciso sui progressi dei giovani milanesi.

65/100

di Salvatore Siragusa

 

I Bloody Herald, band decisamente definibile come seguace del sound metal degli anni '80, ci presenta ora un nuovo lavoro, fresco fresco di stampa, intitolato "Like a Bloody Herald Remains" che mette in chiarissima luce fin dal primissimo ascolto le influenze del primo trash metal, capitanato dai Megadeth e dai Metallica di prima maniera, e del metal classico in pieno stile Iron Maiden e Judas Priest.

Peccato solamente che questo full lenght, seppur ben fatto, non riesca ad arrivare dritto al cuore del grande pubblico se non dopo decine di ripetuti ascolti dal momento che il sound proposto da questi aiutanti giovincelli non può contare su una qualità di produzione sempre ottimale che in certi determinanti punti, a causa della sua eccessiva dispersione, diminuisce molto la bellezza delle distorsioni presenti. Un applauso va comunque fatto al singer che dimostra di sapere il fatto suo in qualsiasi momento a lui dedicato.

In conclusione: buone idee in questo cd lavorano, peccato solo che non sempre riescano a trovare una degna rappresentazione.
Non ci resta che fare i più calorosi e accalorati “in bocca al lupo” alla band per il futuro!

65/100

di Mauro Borin



Adam: Voce
Matt: Chitare
William: Chitarre
Jack: Basso
Joey: Batteria

Anno: 2006
Label: My Graveyard Production
Genere: Heavy Metal

Tracklist:
01. Blood Of A Child
02. Ashes
03. Demons Of The Sand
04. Pyromaniac
05. Forest
06. Silence
07. Fearbringer
08. Like A Bloody Herald Remains
09. Metalmorphosis

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