Cosa c’è da attendersi da uno che canta “basta un pompino per salvare il mondo”? Eppure Immanuel Casto, il Re del Porn Groove come qualcuno lo ribattezzò già una decina di anni fa al suo esordio discografico con “Vento di Erezioni”, non può essere etichettato grossolanamente come fenomeno puramente godereccio e trasgressivo.
I suoi testi, che a un primo approccio, possono essere definiti volgari, nascondono ironie, verità; lanciano uno sguardo lucido e irriverente sulla società che Immanuel ritrae satiricamente a ritmo di dance. Dopo album in cui la parte goliardica (e ballabile) l’ha fatta da padrone, questo “The Pink Album” denota un cambiamento sia dal punto di vista lirico verso temi più profondi, sia dal punto di vista melodico, muovendo per la prima volta l’autore verso suoni che ammiccano al rock, senza peraltro tralasciare la vena elettro-pop, che permane in tutto il disco. Per sua stessa ammissione il titolo dell’album è una citazione: dopo il “White Album” dei Beatles e il “Black Album” dei Metallica era scontato che Immanuel Casto scegliesse questo colore per rappresentarlo, complice anche quel triangolo rosa che ricorre sul retro copertina del CD e che ha una valenza storica, un’eredità proveniente dai Bronski Beat (in cui campeggiava sul loro “The Age Of Consent”) e al simbolo che veniva apposto sulle casacche degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti. Ma non è tutto qui: il fidato collaboratore musicale di Immanuel Casto (Manuel Cuni all’anagrafe), Stefano “Keen” Maggiore (già con un passato nell’underground bolognese) ha confezionato “Into The Pink”, un brano strumentale come introduzione al disco, che ricorda i suoni di Alan Parson Project e che, indirettamente, è un rimando al maialino rosa dei Pink Floyd e a tutta una simbologia che ne deriva. Diverse le collaborazioni con artisti provenienti da esperienze limitrofe all’autore o al sottobosco alternativo italiano, a partire da Romina Falconi (che duetta con Casto in “Horror Vacui” e di cui è uscito fra l’altro in questi giorni il primo album “Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio”), già vocalista e partner in “Sognando Cracovia” e nel di lei singolo “Eyeliner”, brani che hanno portato i due artisti insieme sul palco per il “Sognando Cracovia Tour” terminato a inizio settembre di questo anno. Tying Tiffany (nota anche come TT e Tiff Lion) invece è l’interprete assieme al “casto divo” di “Rosico”, brano legato idealmente alla hit “Escort 25”, che descrive ancora una volta l’egoismo, l’individualismo portato all’eccesso, la ricerca della ricchezza “facile”, l’incapacità di essere sereni e felici con ciò che si possiede (“Tutti su tutto, ma ognuno per se”). Il gruppo alternative e gothic rock Soviet Soviet sono invece ospitati nell’emblematica cover “Sabrina” degli Einstürzende Neubauten (band tedesca del genere industrial), che grazie agli arrangiamenti in stile elettronico è divenuta la seducente “Rosso, Oro e Nero”, canzone sui sentimenti contrapposti e le dissimilitudini all’interno di coppia. L’altra cover presente nell’album è “Uomini veri”, traduzione quasi letterale di “Real Man” di Joe Jackson, che vede per la prima volta il cantante alle prese con un sound acustico distante anni luce a quanto ci aveva fin’ora abituati. A questa gli fa da contraltare “Discodildo”, tipica traccia spensierata, che celebra la disco anni ’80 strizzando l’occhio (o meglio l’orecchio) a quel “Giorgio by Moroder” dei Daft Punk di recente successo planetario. Nonostante “The Pink Album” sia stato anticipato dall’impertinente video “Deepthroat Revolution”, l’attenzione cade gioco forza su “Da grande sarai fr**io”, scritta e ideata insieme a Fabio Canino. È un racconto autobiografico e sincero, ma soprattutto pone l’accento su una “scomoda” verità, ossia la presa di coscienza che alcuni bambini dimostrano sin da piccoli la loro propensione per una loro identità sessuale, che agli occhi dei più o dei propri genitori, è vista come “deviata” o sbagliata: “fidati di me, può far paura da morire. Ma non restare zitto in un paese che ti ignora, esci allo scoperto, quando verrà l’ora”. La creatività di Casto ha avuto modo di spaziare in diversi ambiti. Dalla musica, al video, alle carte, quelle da gioco. È di questi giorni la presentazione di “Time Travels”, nuovo capitolo della saga “Squillo”, il gioco di carte ispirato alle varie forme di prostituzione lungo il corso della storia e che sarà presentato al Lucca Comics And Games 2015. Il 22 ottobre è uscita anche “Tutti su di me”, la biografia di Immanuel Casto a cura di Max Ribaric, per Tsunami edizioni, una casa editrice solitamente dedita al black metal. Interessante scoprire questo nuovo connubio in cui il rock si amalgama con i temi trattati da Immanuel nei suoi brani: violenza, sesso, droga, si fondono in quella che Immanuel definisce “un’iniezione più sanguigna, più sporca, più materica, molto lontana dai gusti tipici del pubblico gay”. Dai primi passi nel mondo rosa con le icone di sempre (Madonna su tutte, ma anche la nostrana Carrà); |
Immanuel Casto: voce Anno: 2015 |