Devo dire la verità, mi ero ‘approcciato’ a questa recensione con l'idea di non dare nemmeno la sufficienza a questo disco forse perché tratto in inganno dalla copertina e dal genere del gruppo, leggo infatti 'Post hard-core' sul promo-sheet, e dato che io non sono un grande fan del genere, specialmente quello moderno e molto forzato dalle masse, non avrei mai immaginato di trovarmi comunque di fronte ad un sound degno di attenzione. L’album che è stato mixato e masterizzato in Canada da Chris Donaldson (Cryptopsy, Beneath The Massacre, The agonist) ha un sound cristallino e che molti gruppi desidererebbero, e questo ha attirato la WormHoleDeath (Aural Music sublabel), Plan Your Rebirth è anche stato supportato da varie attività live in Italia e in Europa ed attualmente il gruppo lavora ad un nuovo album, spero di avere piacevoli sorprese ed un notevole miglioramento (magari qualcosa di più originale e distintivo), per il momento siete promossi da chi ha diniego per il vostro genere, quindi chi lo ama troverà pane per i propri denti. Il quintetto italico ci lascia in eredità un buon biglietto da visita fatto di grandi promesse per il futuro (il loro, e si spera anche e soprattutto quello del concept nei confronti del globo intero...) dove tracks come "The World Of Pain", "Sick Youth", e "Bye Bye Black Bird" francamente si assestano su una dimensione accettabile ed in piena ambientazione post-hardcore apocalittico che onestamente non ha nulla da invidiare a quel ‘death melo metal aggressivo’ di ispirazione moderna che tanto ha avuto sfogo nel mondo con tutti i sui pro e contro...I pezzi sono tutti buoni, prendiamo per esempio "A Shadow of The Night", un brano che mi ricorda molto le primissime cose che arrivavano dal Nord Europa prima di essere rivisitate in chiave statunitense, ma con la stessa rabbia e perizia micidiale, dove la creatività si arena nel modo conforme allo stile ed in contemporanea portando l'ascoltatore ad un piacevole assorbimento quasi immediato di Plan Your Birth.Ed ecco svelato il segno vincente che con una musica ben suonata, eseguita e registrata in modo sopraffino e con 'gusto' (cosa non facile da sentire in un debut album, specialmente di un gruppo Italiano), beh allora posso anche dire che la band è a metà dell'opera.Gli Italiani ( di Pavia ) giocano a fare la band navigata e non sfigurano per niente, se poi aggiungiamo che le liriche parlano dell'anno 2012 in cui il mondo è martoriato da guerre, terrorismo, corruzione, inquinamento, pirateria, impoverimento e chi più ne ha più ne metta, in una sorta di concepì-album nel loro Plan Your Rebirth fomentano un necessario cambiamento sociale e una rinascita spirituale che riporti alle radici dell'umanità, per costruire un futuro migliore in questo straziato pianeta, dominato dagli interessi egoistici e dai complotti delle grandi lobbies. Gli Underwell continuano il discorso con Plan Your Rebirth che precede un solo ep edito nel 2008 e nell'album in questione dimostrano di avere tutte le lame ben affilate e la preparazione tecnica per tentare di uscire fuori dal coro, si, certo si tratta di tipico post-hardcore che in effetti non aggiunge nulla di nuovo al genere, eppure credo che non sia mai riuscito a non addormentarmi prima della fine di un disco del genere, quindi bravi perché il gruppo si dimena bene, e con vari effetti amalgama anche altri stili e sfumature che al momento, essendo questo un debutto, possono renderli appetibili.La logica concettuale non si discosta molto da quella dei primordi del genere hardcore, un atteggiamento che va 'contro' l'ordine precostituito, tuttavia però non lo fa con la sola diretta brutalità ma stavolta cavalcando la moda imperante del momento (devo puntualizzare, ormai di alcuni anni or sono), ovvero il connubio growls contro voci pulite e brutalità strumentale contro le melodie tipiche del filone nato dopo gli anni 2000 ed esploso soprattutto negli States. 65/100
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Tiaz: Batteria Anno: 2012 |