Home Recensioni Album Ankhagram - Neverending Sorrow

Ankhagram
Neverending Sorrow

Questo è un debutto postumo, un full-length degli Ankhagram, realizzato originariamente nel 2007 che rivive adesso una seconda vita grazie alla label russa Stygian Crypt Productions. Dead é l'ideatore, compositore, oltre che musicista di questo Neverending Sorrow, di fatti Ankhagram non é che una one man band. Particolare questo che mi fa pensare che il nostro musicista abbia buone capacità in ambito doom etereo e marziale, così da meritarsi l'edizione in cd e la distribuzione da parte della etichetta russa Stygian Crypt Productions che ripesca così un disco datato 2007 e lo ripresenta sotto una nuova veste: remix, nuovo artwork ad opera di Alex Vietar.
Il progetto russo Ankhagram vede la luce nel 2005 e dopo un demo cd del 2005 e un cd del 2006 ecco che nel 2007 è la volta di questo Neverending Sorrow seguito poi a breve distanza dai successivi Under Ruins (2008) e Where You Are (2010) per la Satanarsa Records.
Il cd Neverending Sorrow é fatto di sole sei tracce di durata media di circa 6/7 minuti, da considerare una cover l'ultima song "...End of Everything..." che altro non é che la Marche Funebre di Frederic Chopin resa in versione strumentale e già famosa perché presente nel cd "Nightfall" dei mitici Candlemass (quindi niente di iper nuovo all'orizzonte).

Per chi prediligere atmosfere doom sofferte ed un aleggiare macabro, epico e pagano con tastiere oniriche e synth a tappeto questo disco sarà un buon ascolto, sicuramente un prodotto di nicchia, con un forte accento depressivo.
Come da copione abbiamo brani mediamente lunghi (due 'Ya Umirayu' e 'Last Shout of a Dying Swan' superano i 12'30'').

Si parte con 'To My God', e già qui si capisce che il muro del suono eretto da Dead é puro patimento e straziante agonia in musica, scenari di mesta depressione, malattia e dolore riecheggiano tra le "fila" musicali e dai toni melodici frutto delle tastiere che dominano su batteria, basso e chitarre. Un cantato prettamente 'deep growl' si sposa benissimo con i toni bassi e con la chitarra che é semplicemente frantumante, che infila su solchi profondi ed infetti le sue unghie affilate in un viscerale ambiente impregnato di totale tristezza e malinconia.
Questo disco narra una storia che certo non ha un lieto fine, il ritmo lento è onnipresente del tempo rallentato pulsa per intensità dietro le creazioni di Dead, ed anche se il compositore utilizza pressoché sempre il medesimo modello stilistico le sue canzoni non sono per nulla male, certo per orecchie allenate.
Dalla quarta traccia in poi (specificatamente "... From My Dying Heart ..." si ha la certezza che Dead fa sul serio, un pezzo strumentale con tastiere pompose e drammatiche che non annoia per niente. Il brano seguente, "Last Shout of a Dying Swan", è il pezzo più epico e doom metal che si possa trovare nel cd.
Poi, per chiudere la bara (ops:.. intendo l'opera/NDA), come dicevo prima ci pensa il nostro Frederic Chopin, rivisitato in una chiave ancora più opprimente ...

La sensazione, quando si ascolta questo disco è quella di entrare in un mondo inquietante, non c'è pace alcuna, solo una immane voglia di rassegnazione, Neverending Sorrow è un bel prodotto di nicchia per chi davvero ama il filone doom/death epico e melodico di scuola inglese, un'opera d'arte cupa e grigio che suona come l'ultimo desolato cammino di un condannato a morte in epoca medioevale...

60/100


Dead: Tutti gli strumenti

Anno: 2007/2010
Label: Stygian Crypt
Genere: Depressive Doom Metal

Tracklist:
01. To my God
02. No Fate
03. Ya Umirayu (I'm Dying)
04. …From My Dying Heart…
05. Last Shout of a Dying Swan
06. ...End of Everything...

 

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