Bentornati Primus! Sono passati undici anni dall’ultimo full-length Antipop che fu bersaglio di molte critiche, a causa di una vena compositiva di Les Claypool e soci che sembrava aver perso colpi. A parte la breve incursione con l'EP Animals Should Not Try to Act Like People, i Primus erano stati di fatto accantonati e le speranze di ascoltare qualcosa di nuovo si stavano assottigliando ogni anno di più. In questo lungo periodo Les Claypool non si è minimamente fermato, dedicandosi sia a personali progetti paralleli come la Frog Brigade che ad un numero nutrito di collaborazioni con Bernie Worrel, Buckethead, Gabby La La, Skerik, senza dimenticare il capitolo degli Oysterhead al fianco di Trey Anastasio e Stewart Copeland. Obiettivamente le aspettative non erano altissime, considerando il discreto Of Whales And Woe ed il deludente seguito Of Fungi And Foe. Inaspettatamente i Primus sono tornati, facendo capolino lo scorso giugno 2010 con un EP interessante, il tour mondiale e l’uscita di questo nuovo atteso (seppur con diffidenza) disco Green Naugayde. Da registrare il nuovo (in realtà è un ritorno) cambio dietro le pelli. C'è Jay Lane, già nei Primus della prima ora (con i quali non ebbe modo di registrare alcun disco) che regge molto bene il confronto con Brian Mantia e Tim Alexander, grazie ad un drumming originale e sostenuto. Il titolo Green Naugahyde, come sottolineato nell’ intervista rilasciataci da Claypool qualche mese fa, è un rimando al brano "Lee Van Cleef", in cui si fa riferimento al Naugahyde, termine impiegato negli anni settanta per definire un tipo di finta pelle che Claypool associa ad un genuino ricordo di gioventù: ”Per me rappresenta il tipo di materiale comune alla classe medio bassa che mentre stavo crescendo potevi trovare sui divani o sui sedili.” Dalle prime battute dell’intro "Prelude To Crawl" e della funk-metal "Hennepin Crawler" non può che percepirsi una virata da parte del gruppo statunitense verso sonorità maggiormente psichedeliche, caratteristica che si fa più marcata nelle psicotiche "Jilly's On Smack", "Green Ranger" e "Eyes Of The Squirrel" con il suo martellante mantra vocale ”The Eyes of the Squirrel are watching” accostato a quello del basso di Claypool. Non mancano brani trascinanti come la funk-reggae "Last Salmon Man", il cui tema musicale chiude il disco in "Salmom Men" ed il singolo "Tragedy's A' Comin'" un mix energico di hard rock-funk e refrains blues il tutto guidato dall’amato suono liquido del basso slappato che assieme alla psychedelic-reggae "Moron TV" costituiscono sicuramente i brani più caratteristici del disco. In perfetto stile Primus troviamo la divertente marcetta "Lee Van Cleef" che cede poi il passo al solo blues di Lalonde. I fan più datati non faranno certamente i salti di gioia; si tratta, a ragion veduta, di un lavoro molto distante dalle perle inanellate dal gruppo di El Sobrante. Ovviamenti gli anni passano, e questo disco non ha sicuramente la pretesa di stravolgere l’alchimia crossover del fenomeno Primus. Va comunque detto che Green Naugahyde è un buon ritorno sulle scene e va giustamente premiato. Che dire dunque? Bentornati Primus! 73/100
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Les Claypool: Basso, voce Anno: 2011 |