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Lou Reed & Metallica
Lulu

L’idea che sta alla base di questo progetto è quella di prendere un personaggio di una tragedia di Frank Wedekind del 1904, Lulu appunto, e traslarlo in una rock opera parlata, con i Metallica che suonano una sorta di colonna sonora che fa da scenografia. I testi sono molto lunghi, logorroici, pieni di volgarità e violenza e tracciano la parabola esistenziale di Lulu. Al di là dell’interessante, ma di certo non innovativa, scelta di trasporre un’opera drammaturgica in un disco di musica rock, non si può non riconoscere la bruttezza estetica dei dieci brani qui proposti. Anche considerando il tutto come una lunga recitazione con un sottofondo metal è impossibile accettare 90 minuti di simile disarmonia ed approssimazione.
Assurdo e tragicomico, se si pensa che i musicisti qui presenti sono tra i mostri sacri più inviolabili degli ultimi 40 anni. Non si capisce proprio il senso dell’operazione: il vecchietto Lou Reed che si mette a declamare testi, per quanto interessanti possano essere, nel modo più monotono ed inespressivo possibile (va capito, ha 70 anni) con i Metallica in sottofondo a suonare motivetti metal tra i più inoffensivi e pallosi che siano mai stati scritti. L’interazione tra il parlato e la musica è minima, ognuno va per conto suo, come se le due componenti fossero state registrate indipendentemente o quasi.

Da quanto ho potuto capire è andata così: Reed aveva dei testi già pronti ed i ‘tallica hanno scritto a posteriori del generico metal per accompagnare la lettura di questi. Insomma, l’organicità tra le parti è pressoché nulla, è una fusione a freddo. L’effetto risultante non è tuttavia quello di uno straniamento disorientante e stordente, come ad esempio fu “The Gift” dei Velvet Underground con il suo doppio canale che spaccava il cervello; sembra di ascoltare una band che non riesce a tenere il tempo e incappa in continue sfasature ritmiche tra voce e musica. Orribile e frustrante. Per di più, le singole parti che compongono questo disorganico scenario sono a loro volta scadenti. Da Reed non c’era molto da aspettarsi, ha già detto tutto quello che aveva da dire ormai da diverso tempo, questo può essere al più un divertissement per lui, un gioco da demenza senile, un modo per passare il tempo, anche perché l’impegno richiesto dalla sua prova vocale è pressoché nullo. Chiunque avrebbe potuto leggere dei testi in questo modo piatto e ridondante.

I Metallica sono in crisi ormai da vent’anni e di certo non mi aspettavo un colpo di coda da questo strambo progetto, poco credibile ancora prima di essere ascoltato. Ed infatti la prova della band è tra le più anonime della loro carriera; totalmente privi di grinta ed idee, si limitano ad abbozzare qualche riff che sarebbe risultato vecchio e bolso già negli anni ’80, con la consueta debolissima base ritmica del modesto Ulrich. Risollevano un poco le loro sorti quando si lasciano andare al puro baccano noise, per lo meno evitano di mettere in mostra la loro incapacità di staccarsi dai soliti tre o quattro riff di chitarra, suonando praticamente a caso, facendo rumore.
Non so cosa li spinga a continuare: perché infangare la propria immagine con produzioni indegne, davvero ridicole se paragonate ad un metal attuale di buon livello, senza tirare in ballo i pesi massimi, ma anche ai loro stessi lavori dei primi anni ’90. Potrebbero semplicemente fare concerti e si porterebbero a casa la pagnotta senza problemi, considerando che in sede live rimangono una garanzia.

Senza soffermarsi troppo su questi insulsi brani, va segnalata “Cheat On Me” in quanto una delle cose più assurde mai fatte nella storia del rock: 11 minuti di monotonia assoluta. Il brano farà la felicità dei masochisti di tutto il mondo. Un pezzo leggermente meno peggio è “Frustration”, coi suoi riff accattivanti anche se preistorici; ciò non di meno, sembra di sentire un vecchietto in canotta e mutandoni che grida parole sconnesse preso dall’adrenalina di un pezzo di mediocre metal anni ’80. Hanno già più senso “Little Dog” e “Junior Dad” con le loro textures ambientali e rarefatte, quanto meno non fanno venire il vomito, ma restano di una noia mortale ed ingiustificabile. Anche “Dragon” rialza lievemente le sorti del disco, col suo ritmo, per alcuni tratti incalzante.

Non si capisce quindi il motivo di tutta questa perdita di tempo: artisti in crisi o in pensione che si ritrovano in un progetto in linea teorica interessante, questo va riconosciuto, ma realizzato da musicisti incapaci di fare da accompagnamento per tutti questi minuti senza scivolare continuamente nei soliti cliché da metal imbalsamato o al contrario abbarbicarsi in fortezze astratte di puro caos rumoristico, e “cantato” da un vecchietto che sa ancora essere tagliente con le parole, ma ha dimenticato cosa siano l’intonazione ed il cantare a tempo. Sarebbe stato un progetto adatto a band come gli Isis, se solo fossero ancora insieme; credo che avrebbero trovato le atmosfere giuste e le architetture distorte più congeniali all’idea di Reed.

Anche se il vero problema di fondo rimane proprio il sessantanovenne newyorkese: impossibile stare dietro alla suo rigurgito stonato ed irregolare. Non esiste accompagnamento che possa sposarsi in modo armonico a questo fluire nevrotico di versi, che fa della disarmonia e dell’irregolarità le sue caratteristiche precipue. Un consiglio, se avete un pomeriggio da buttare leggetevi i testi di Lulu nvece di ascoltare questa robaccia.

40/100


Lou Reed: Voce, chitarra ritmica e tastiera
James Hetfield: Voce e chitarra ritmica
Kirk Hammett: Chitarra solista
Robert Trujillo: Basso
Lars Ulrich: Batteria

Guests:
Sarth Calhoun: Electronics
Jenny Scheinman : Violino, viola e arrangiamenti
Megan Gould: Violino
Ron Lawrence: Viola
Marika Hughes : Violoncello
Ulrich Maas: Violoncello in Little Dog e Frustration
Rob Wasserman : Basso in Junior Dad
Jessica Troy: Viola in Junior Dad

Anno: 2011
Label: Warner/Universal
Genere: Heavy Metal/Spoken Word

Tracklist:
CD 1
01. Brandenburg Gate
02. The View
03. Pumping Blood
04. Mistress Dread
05. Iced Honey
06. Cheat On Me

CD 2
01. Frustration
02. Little Dog
03. Dragon
04. Junior Dad

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