Jake Hertzog, talentuoso chitarrista jazz può vantare, nonostante la giovane età, l’ambito riconoscimento del premio Montreux Jazz Guitar Competition (2006) oltrechè la collaborazione con la rivista Guitar Player Magazine.
Patterns segue l’ottimo debut album Chromatosphere del 2009, che ha permesso a questo musicista di essere notevolmente apprezzato e stimato dalla critica del settore grazie soprattutto all’originale approccio sonoro e tecnico nelle proprie composizioni. Nel corpo di brani troviamo tra l'altro riarrangiamenti di pezzi come "Georgia on my mind", "I Love you" e "What’s New" privilegiando chiaramente la dimensione strumentale e improvvisativa. In queste undici tracce, troviamo un autentico caleidoscopio di elementi caratterizzanti la ricca e straripante vena compositiva di questo musicista. Fin dalle prime battute di "Mcjazz" e di "Joining Hands" Hertzog dimostra in toto di saper coniugare tecnica, raffinatezza nel suono e nella plettrata che ci rimandano in tal senso al George Benson dei primi album. Ciò che ci colpisce in Patterns è la piacevole amalgama di jazz più classico assieme ad orizzonti più fusion e rock che hanno il merito di dare un’aura ed un incedere sicuramente brioso grazie anche (e soprattutto) al prezioso contributo ritmico di Harvie S al basso acustico e di Victor Jones alle pelli. La forza e l’energia di questo lavoro sta soprattutto nella capacità di questo musicista, di utilizzare gli stilemi della tradizione jazz, coniugandoli ad arte con il moderno, sfruttando canoni accostabili alla fusion e al jazz elettrico come ben si può constatare in pezzi come "Not blues" e "Dipole". Particolarmente in quest’ultimo sono forti i rimandi alla stile di Holdsworth. Patterns è dunque un lavoro che scorre con fluidità grazie al cristallino e genuino accostamento alla chitarra di Hertzog, capace di costruire vere e proprie spirali sonore. 75/100
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Jake Hertzog: Chitarra Anno: 2010 |