In queste undici tracce, troviamo un autentico caleidoscopio di elementi caratterizzanti la ricca e straripante vena compositiva di questo musicista. Fin dalle prime battute di "Mcjazz" e di "Joining Hands" Hertzog dimostra in toto di saper coniugare tecnica, raffinatezza nel suono e nella plettrata che ci rimandano in tal senso al George Benson dei primi album. Ciò che ci colpisce in Patterns è la piacevole amalgama di jazz più classico assieme ad orizzonti più fusion e rock che hanno il merito di dare un’aura ed un incedere sicuramente brioso grazie anche (e soprattutto) al prezioso contributo ritmico di Harvie S al basso acustico e di Victor Jones alle pelli. La forza e l’energia di questo lavoro sta soprattutto nella capacità di questo musicista, di utilizzare gli stilemi della tradizione jazz, coniugandoli ad arte con il moderno, sfruttando canoni accostabili alla fusion e al jazz elettrico come ben si può constatare in pezzi come "Not blues" e "Dipole". Particolarmente in quest’ultimo sono forti i rimandi alla stile di Holdsworth. Patterns è dunque un lavoro che scorre con fluidità grazie al cristallino e genuino accostamento alla chitarra di Hertzog, capace di costruire vere e proprie spirali sonore. 75/100
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Jake Hertzog: Chitarra Anno: 2010 |