Dopo vari mesi di forzata inattività, è con una certa soddisfazione che torniamo alle recensioni su ArtistsAndBands proprio in concomitanza con la pubblicazione del primo album dei siciliani Superbia.
Qualche anno è passato da quando, in occasione di un festival organizzato a Caltagirone (CT), ricevemmo un loro demo dalle mani del cantante Gemini V.: da quei tempi i Superbia hanno percorso parecchia strada, dato che oggi li ritroviamo sotto i vessilli della nota etichetta My Kingdom Music, che non può che rappresentare un tassello di un certo spessore nella carriera di qualsiasi musicista heavy metal. Overcoming the Pain, formato da brani non troppo lunghi, dura circa quaranta minuti ed è aperto dal veloce “Black Sun”, caratterizzato da un notevole solismo in avvio e da alcuni fulminei istanti di gradita invadenza ritmica che si pone nuovamente in evidenza su “One Last Sun”, pezzo influenzato da qualche elemento hardcore. Il breve “Embracing the Evil” è una martellante incursione nel brutal death e nel death metal tradizionale, mentre “Lost Life”, più ritmato, sfrutta intelligentemente le doppie voci. “Silenzio e vuoto”, com’è evidente fin dal titolo, verte sull’alternanza tra idioma inglese e lingua italiana, ma, non avendo a disposizione il testo, il tutto risulta comprensibile solo a tratti e di ciò non possiamo che dolerci; la lunga canzone “Before Dying” è piuttosto complessa, visto che propone sia un pregevole solismo che una ritmica al fulmicotone, ma anche l’utilizzo di una voce femminile che in questo frangente ci pare fuori luogo e che non lascia particolari ricordi. Dopo la breve e veloce “Panta rei” sono le atmosfere create da malefici sussurri maschili amalgamati con il cantato femminile (stavolta più efficace) ad aprire “Alpha & Omega”, che in seguito dà ampio spazio ad un death metal tecnico e massiccio per poi lasciare la conclusione alla ritmata “Paranoid Insomnia”. Come scritto in precedenza, non avendo a disposizione libretto e testi, nel giudicare il lavoro dei Superbia ci siamo fidati solo dell’udito e del nostro intuito: ci siamo accorti fin dal primo brano che, senza offesa per gli altri validissimi strumentisti, il basso emergeva in modo insolitamente pulsante, ma avevamo attribuito l’evento alla presenza di forti influenze prog che ben si fondevano con il death metal di base. Quando siamo andati ad informarci per ottenere maggiori dettagli in modo da fornire ai lettori di ArtistsAndBands una recensione un po’ più decente, con un certo stupore abbiamo appreso che quel basso straordinariamente vibrante era suonato da Dino Fiorenza, nome ben conosciuto negli ambienti musicali e persona dalla straordinaria umanità – dote posseduta solo dai migliori - di cui non riteniamo necessario ricordare l’intera carriera: infatti per motivi personali ci piace riportare alla mente un evento in particolare, cioè il suo eccellente supporto a Maurizio Solieri durante un concerto tenuto a Siracusa oltre quindici anni fa. A questo punto sarebbe ingiusto da parte nostra trascurare il buon lavoro effettuato dagli altri musicisti, visto che (grazie anche ad una buona produzione) le voci emergono nitide ed aggressive, le chitarre si alternano in momenti solistici veramente pregevoli, mentre le doppie voci e la batteria spezzano più volte un ritmo che, mediante queste continue variazioni, non annoia mai. Alla luce di quanto scritto, consigliamo il disco a tutti gli appassionati di death metal e della tecnica in generale, mai fine a sé stessa, ma sempre capace di incuriosire. 78/100
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Gemini V.: Voce Anno: 2010 |