Vengono da Napoli ed hanno appena pubblicato per Ma.Ra.Cash il loro primo album; suonano un Progressive Rock dai mille colori e dalle mille contaminazioni, un Progressive Rock che tradisce il variegato sottofondo musicale dei componenti i Gecko's Tear, un Progressive Rock che sa di Jazz, di Fusion, di Swing, ma anche di Rock dalle tinte decisamente più "forti" e sopratutto un Progressive Rock che suona molto Mediterraneo.
I Gecko's Tear appaiono come un ideale trait-d'union tra il Progressive classico, ed il moderno con decise, intriganti ed intelligenti "scappatelle" in giro per il magico mondo della musica, senza essere strettamente vincolati allo spesso usato ed abusato concetto di "genere", anzi direi travalicandolo con dosata maestria e tutto ciò lo si può misurare con il loro album di esordio, "Contradiction".
Tecnicamente i ragazzi napoletani sono tutti impeccabili, preparati e precisi ma inequivocabilmente l'attenzione va a Claudio Mirone, chitarrista e voce ma sopratutto mente compositiva del gruppo, composizioni dal songwriting "spigoloso" ma al tempo stesso semplici e paradossalmente "lineari", musiche che s'imprimono immediatamente nella mente ... per non abbandonarvi più, ma sopratutto testi, pungenti, ironici, arguti, impegnati ma allo stesso tempo dissacranti; e proprio i testi sono uno dei punti di forza dei Gecko's Tear cominciando dall'intelligente "intuizione" che li ha portati a cantare in inglese sul CD ma a riproporre le medesime canzoni in italiano durante le esibizioni dal vivo.
Come ho detto testi pungenti ma anche intelligenti e profondi come questa strofa tratta da SPQA:
"This song is six minutes long, 390 seconds, to be more precise while I'm singing this song, 130 innocent children lost their lives, in many parts of the world And who's doing this pretends to speak about "good" and "evil" But I'm stupid and I don't get it: Please just explain me the difference between a terrorist in a killing jacket and a terrorist in a killing tank You can call it God, Land, Honor, Democracy? or self-destructive instinct!
We all thank democracy! Senatus PopolusQue Americanus We all love democracy! Senatus DollarusQue Americanus"
testi cantanti spesso anche con un sottile gioco ironico della voce, come appunto quello citato, che danno indubbiamente una maggiore penetrazione al messaggio, catturando si sul testo l'attenzione dell'ascoltatore ma usando come "grimaldello" la voce.
Contradiction si apre con "Agartha", un brano che mette subito in chiaro le qualità e le intenzioni dei Gecko's Tear un pianoforte apre le danze lasciando subito spazio ad una chitarra che disegna una melodia molto trascinante, il brano poi scorre su ritmi apertamente Progressivi, coinvolgenti, entusiasmanti ed appassionanti. Ritmi che diventano più jazzati con qualche concessione allo swing per un pezzo molto solare, "Mental Hygiene", si torna quindi su basi più rock con "My Own Shelter" seguito da quello che secondo me è il pezzo più bello ed intrigante di tutto Contradiction, parlo di "SPQA" [ovvero Senatus Popolusque Americanus] dove i Gecko's Tear fanno sicuramente centro, con una canzone ricca di svariati movimenti che solcano tutta la capacità compositiva ed espressiva del gruppo napoletano, un concentrato di Progressive, jazz e swing il cui ritmo s'impossessa immediatamente dell'ascoltatore. Si passa a sonorità dalle tinte più "forti" con "Belly Botton" decisamente fondata su basi Prog sulle quali stavolta sono i colori del Rock più duro a danzare. "Suite Pt.1 On the Wings" è il momento più melodico e meditativo dell'album; altra ottima canzone è "Suite Pt.2 Unsaid" capace di miscelare swing alle ormai solite basi Progressive su cui si fonda il cuore della musica dei Gecko's Tear. Si chiude con "Bourgeois" dove ancora una volta i ragazzi napoletani riescono a sfornare una canzone dalle mille sfumature, veramente difficile da classificare utilizzando il metro classico dei "generi", molte sono infatti le influenze che la caratterizzano, questa come poi in definitiva tutte le canzoni di Contradiction, verrebbe da dire che anche il titolo dell'album è azzeccato, "contraddizioni" in senso positivo, contraddizioni musicali che i Gecko's Tear riescono a far convivere in modo perfetto, ed è proprio questa a mio avviso la caratteristica principale e peculiare di un gruppo che, ne sono sicuro, saprà far parlare di se.
Bravi, decisamente bravi, decisamente una spanna sopra la media, ironici, pungenti, allegri e solari, musicalmente sempre interessanti ad ogni nota, anche i più nascosti giri di basso posseggono l'innata qualità di destare immediatamente l'attenzione dell'ascoltatore, una musicalità che trascina, che ridesta dal "torpore", pur non dovendo necessariamente ricorrere al virtuosismo fine a se stesso ma anzi brillando per la semplicità e l'orecchiabilità, nonostante le partiture non si possano definire propriamente "semplici" o "lineari". Consigliatissimo a chi vuole semplicemente ascoltare della ottima musica, intelligente e solare, senza dover prima necessariamente "verificare" che genere è, nel nostro piccolo lo raccomandiamo con molta passione ed entusiasmo, perchè meritano davvero, se volete verificare di persona andate su MySpace, ascoltate SPQA.
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Claudio Mirone: Voce, chitarra Giovanni Gregorio: Tastiere Aldo Ruggiero: Basso Marco Castaldo: Batteria
Anno: 2006 Label: Ma.Ra.Cash/Kaliphonia/Venus Genere: Progressive Rock/Experimental
Tracklist: 01. Agartha 02. Mental Hygiene 03. My Own Shelter 04. SPQA 05. Belly Botton 06. Suite Pt.1 - On the Wings 07. Suite Pt.2 - Unsaid 08. Bourgeois
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