Direttamente dal Kentucky arriva una band a dir poco stravagante: parliamo dei Technology vs. Horse.
Il loro sound è un vero e proprio miscuglio di generi che riesce a dare al gruppo uno stile tutto personale. Nel 2009 esce l’album autoprodotto intitolato Bearula: The Bear Dracula in cui affiorano sonorità tipiche del funk rock, sebbene dominino anche tratti più sperimentali, prog che danno ancora più colore all’intero lavoro. La prima canzone è “Hold the Bear Close to the Lightning” che si apre con una lunga risata malvagia per far entrare l’ascoltatore in un’atmosfera sospesa tra fantasia e realtà. Il working guitar è buono e si sente molto il contributo della tastiera che, assieme alla voce irriverente di Mike Farmer, dà un tocco di novità al brano. In seguito vi è “Cocaine Dracula” con una sezione ritmica diversa in cui si alternano parti più sobrie e parti più elaborate, soprattutto grazie agli effetti sonori della tastiera. Punte elettroniche emergono nella più lenta “Fharlanghn”, proiettando nella mente di chi ascolta una dimensione pischedelica. In “Termite Art” i Techonology vs. Horse percorrono un sentiero musicale molto all’avanguardia, rappando addirittura il testo nella prima parte e usando onomatopee come per imitare il verso di una termite. Con “4DJ” i toni si fanno più dolci e così,forse,si può apprezzare maggiormente il song-writing; tuttavia la sperimentazione non tarda a ritornare nella traccia successiva, intitolata “Progeria Tango” e infine in “Turning N2U”, dove il ritmo è composito e si ha, così, un complicato intreccio di melodie. L’anticonformità di questa band è evidente: questo è sì un pregio, anche se il blendig di generi in uno stesso brano a volte sembra troppo esagerato e si rischia di offrire una musica non proprio alla portata di tutti. 70/100
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Matt Bitner: Basso Anno: 2009 Sul web: |