Il mio amore per i Cradle of Filth nacque con l'album "Midian", dopo di che comprai tutti gli album precedenti, che adoravo e adoro tuttora.
Nessuno dei due dischi che seguirono mi appassionarono tanto da comprarli. "Nymphetamine" arrivò in un periodo molto power metal della mia vita ed è per questo che ho saputo apprezzare la virata dei COF verso la melodia, abbandonando le tastiere a vantaggio delle chitarre. Dopo un primo ascolto , dove le mie orecchie si erano rifiutate di andare oltre, la mia ostinazione mi ha portato a trovare anche dei pregi in questo disomogeneo ed innovativo "Thornography". Il nuovo lavoro lascia poco spazio alle orchestrazioni e alle tastiere, aprendosi maggiormente ad un lavoro di chitarre fatto di bei controcanti e di ritmiche potenti ( fino a Nymphetamne mi sono chiesta più volte a che servivano 2 chitarristi ... ora anche loro hanno un senso!), diciamo sonoricamente Metal , con picchiate verso il Thrash anni ’80 e Dani alterna un growling più oscuro e parti più pulite( a tratti il cantato sembra quasi numetal), al suo sempre presente screaming. Dopo il classico intro si parte con “Dirge Inferno” dai riff thrash seguita da ''The Byronic Man'', song molto sabbathiana, che tra l'altro gode della presenza marginale, di Ville Valo degli Him. Dopo sei brani non molto convincenti, è con " I am the thorn" che i Cradle of Filth ci fanno fare un bel salto nel passato, pur non riuscendo a raggiungere il livello a cui eravamo abituati fino a " Midian". In questa seconda parte del disco il livello sale leggermente con la a tratti struggente "Lovesick for Mina" dove i nostri vampirelli ritrovano tematiche a loro più congeniali e atmosfere molto più oscure e gotiche. Apprezzabile il tentativo di una canzone strumentale “Rise of the Pentagram” dove, nemmeno per un attimo si rimpiange l'assenza del cantato. Piccola perla " Under Huntress Moon", dove si ripresenta una Sarah Jezebel Deva finalmente libera di esprimersi. Arriviamo all'ultima song del disco ... forse i nostri succhiasangue si sono resi conto di ciò che hanno fatto alle nostre povere orecchie e ci presentano la cover " Temptation" degli Heaven 17, gruppo Synth-Pop anni 80, non so se per farci fare una risata o per darci la mazzata finale: è qui che i COF subiscono l'ennesima trasformazione e diventano quasi Rammstein ... L’album alterna tratti in pieno stile Cradle Of Filth ad altre situazioni di sperimentazione poco convincenti ma che potrebbero conquistare i meno avvezzi al genere. Purtroppo i Filthiani della prima generazione rimarranno molto molto delusi, ma sarà una bella scusa per riandare a sentire i vecchi lavori . Per concludere, è apprezzabile il tentativo di evoluzione ma si sa ... chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia, non sa quel che trova. |
Dani Filth: Voce Anno: 2006 |