Neil Young ha annunciato un nuovo, ennesimo live, "Noise & Flowers", che è anche un film-concerto, la cui uscita è prevista il 5 agosto 2022. L'album, condiviso con i Promise of the Real (qui al loro secondo live di supporto al canadese, stante l'uscita di "Earth", del 2016), è una sorta di tributo ad Elliot Roberts, manager di Young per oltre 50 anni, deceduto nel 2019, poco prima che venisse intrapreso il tour europeo da cui la tracklist è interamente estrapolata. Durante la tournée, infatti, Roberts fu omaggiato previa collocazione di una sua immagine proprio dove si era posizionato per oltre 50 anni, agli spettacoli del suo assistito. "Tutti quelli che erano con noi", ha dichiarato il cantante, "hanno sentito che questo tour è stato fantastico per la sua fantastica atmosfera. (.) Suonare alla sua memoria, ha il tour tra i più speciali di sempre. Ci siamo messi in viaggio e abbiamo portato il suo grande spirito con noi in ogni canzone. Questa musica non appartiene a nessuno. E' nell'aria. Ogni nota è stata suonata per il grande amico della musica, Elliot". Al di là del coinvolgimento emotivo che avvolge l'uscita discografica, sorge spontaneo chiedersi se, effettivamente, l'estesissima discografia del chitarrista necessitasse anche di questa ulteriore appendice, ormai, come di consueto, attinta dal passato, peraltro annunciata proprio mentre si attende anche l'uscita di "Toast", ennesimo disco postumo. Guardando alla scaletta, la risposta non può che essere affermativa. Più nel dettaglio, sono presenti brani tratti da alcuni dei più rappresentativi album del cantante, il che è una novità assoluta, conoscendo la sua abilità nel tradire le aspettative del suo pubblico, giocando sempre di contropiede: "Everybody Knows This Is Nowhere", "Comes A Time", "Harvest", "On The Beach" (i cui brani sono stati tributati dal vivo soltanto 4 volte in 47 anni di carriera), nonché l'esordio discografico e i più recenti e non meno validi "Harvest Moon", "Ragged Glory", "Mirror Ball" e "Freedom" (da quest'ultimo, peraltro, non poteva non essere prelevata "Rockin’ In The Free World", qui presente nella versione impreziosita dal cazziatone all'allora presidente Donald Trump). Non è finita: dal leggendario "Déjà Vu" e dal monumentale triplo album "Decade" sono rispettivamente saccheggiati "Helpless" e l'(allora) inedito "Winterlong", mentre "Mr. Soul" è l'unica testimonianza dei seminali Buffalo Springfield. Curiosamente (e fortunatamente), l'album non contiene alcun estratto da "The Visitor", "Paradox" e "The Monsanto Years", gli unici album in studio realizzati con i Promise of Real. In realtà, proprio la presenza di questi ultimi costituisce il punto di forza dell'album: una tracklist del genere sarebbe stata un tantino penalizzata dalla eccessiva rusticità di una band primordiale come i Crazy Horse, organico che forse sarebbe calzato a pennello soltanto per una manciata di brani (tra cui quello attinto dalla collaborazione con i Pearl Jam). La morbida attitudine della band capitanata dai fratelli Nelson, invece, sublima un repertorio mai perfettamente assemblato come in questo caso e testimonia la riuscita di una scelta oltremodo azzeccata. Per questo motivo, "Noise & Flower" si sostanzia quale riuscitissimo archetipo antologico da consigliare tout court, non soltanto ai fan di lunga data, ma anche a coloro che dovessero avvicinarsi per la prima volta alla musica del cantautore nord americano. |
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