Ottimo CD d’esordio per questo trio, all’insegna di un post rock raffinato che strizza l’occhio al nord Europa. Impossibile non riconoscere come radici le vene psichedelico-epiche degli islandesi “Sigur Ros” nel brano finale “Duluth”, od il ricercato andamento sonoro dei “Radiohead” di “Scatola#1” e “Valdaro”. Senza rinunciare ad approfondire la ricerca italiana del rock alternativo alla “Le Vibrazioni” nel brano “Cerbero”. Interessante l’accostamento dei testi in Italiano, che oltra alla costruzione armonica per adeguare la cadenza con le melodie musicali che richiamano il freddo del nord, raccontano storie e concetti anche se con un flebile filo conduttore: il tempo che passa e che ci porta in una condizione di vita dove i ricordi prendono il sopravvento sulla realtà, dove ogni oggetto, ogni scatola che racchiude le nostre esperienze da qualche parte può aiutarci a rimanere attaccati al nostro vissuto che inesorabilmente va verso la fase di passaggio tra la vita e la morte, tra paradiso ed inferno, luogo senz’altro potenzialmente più interessante e vivo rispetto alla perfezione del cielo. L’ultimo brano “Duluth” chiude l’album salutando uno di questi ricordi, una persona un tempo vicina ed ora impegnata altrove. E’ l’apertura di una delle scatole, un pezzo di vita che ritorna con sapore melanconico ma con la consapevolezza che le cose accadono, restano, vanno, si evolvono, si cristallizzano, … vivono … ma comunque rimarranno dentro di noi e faranno parte di noi… Suonato in modo eccellente e ben registrato, da ascoltare e riascoltare. 85/100
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Lorenzo Forte: voce, basso e chitarra acustica Anno: 2015 |