Il concept che ruota attorno al nuovo disco di questa incarnazione dei Latte e Miele, oggi ribattezzata Lattemiele 2.0, è stato suggerito tempo fa dalla Black Widow, storica label di Genova molto attenta (anche) al recupero di gruppi storici del progressive italiano. L'idea è piaciuta subito a Massimo Gori, bassista in organico dello storico gruppo fin dal 1974, che, interessato anche Luciano Poltini (con lui nella band ligure dal 1974 al 1980, e coinvolti due nuovi musicisti (i quali il batterista Marco Biggi già con Garybaldi e Paolo Siani), si dedica con passione alla nuova avventura. L'album che ne esce fuori può senza dubbio essere collocato nell'alveo del prog sinfonico tout court. In tal senso, i brani "Inno", "L’Ora delle Tenebre", "Porto di Notte", "Danza di Luce" paiono importati direttamente dagli anni '70, grazie ad un sinfonismo, a tratti anche dinamico, credibile e assai avvincente. Se si escludono "Via del Colle" e "Angel" (il primo, a livello sia di musiche, sia di testi, pare uscito fuori dal musical "Pinocchio", mentre il secondo è la cover del noto brano Hendrixiano (il chitarrista americano è anche richiamato nel titolo dalla locuzione "Experience", verosimilmente in considerazione del fatto che Hendrix è considerato il Paganini della chitarra), il resto della tracklist offre sonorità incredibilmente vicine alla cultura squisitamente classica, ambito dal quale proviene la bravissima violinista Elena Aiello, proiettando quindi l'ascoltatore verso stati emozionali più quieti e riflessivi. Un giusto contraltare al dinamismo offerto dai quattro pezzi citati per primi. In un caso almeno, "Cantabile", questo contesto è fuso abilmente con sovrapposizioni vocali che ricordano i New Trolls dei Concerto Grosso, band, peraltro, che pare richiamata anche in altri pezzi (uno su tutti "Porto di Notte", quantomeno in quanto al ruolo svolto dalla chitarra). Il lavoro appare credibile e testimonia una creatività mai doma, frutto di passioni rinnovate e non, come spesso accade quando si rispolverano vecchie sigle, di sterile celebrazione del passato. Cresce l'aspettativa di vedere questo organico dal vivo, si auspica anche fuori dagli stretti confini della regione natia. |
Massimo Gori: basso, voce Anno: 2019 |