Fa piacere ogni tanto avere la possibilità di poter ascoltare un disco fresco e vivace come questo Perdita del Tempo, esordio dei lecchesi Willow.
I 7 brani che compongono questo CD sono parte di un progetto più ambizioso che si delinea in realtà su di un concept più corposo che posa il suo impianto narrativo sulle storie di un mondo fantastico popolato da Fate e Streghe. Un altro dei pregi che si riscontrano ascoltando Perdita del Tempo è la capacità che hanno i Willow di fondere un songwriting strutturato e complesso, con brani e situazioni tecnicamente importanti che attingono alla radice Prog italiana a momenti dal sapore più duro a cavallo tra l'Hard Rock e l'Heavy Metal con una buonissima intuizione melodica che rende più "semplici" ed accattivanti i brani, ritornelli catchy e liriche ben azzeccate e rigorosamente in italiano, rendono assolutamente gradevole l'ascolto dei 7 brani. E' quindi relativamente facile, anche se limitativo, accostare la musica dei Willow a band come i Fiaba per quel che riguarda un certo approccio teatrale e fiabesco appunto ma è anche inevitabile scorgere l'influenza che un certo Rock nostrano ha indubbiamente avuto sui ragazzi lombardi, infatti band come Le Vibrazioni o i Verdena fanno capolino; su tutto questo le buone capacità tecniche della band ed un approccio heavy danno come risultato un album che pur con alcuni punti migliorabili risulta di buon spessore artistico; completo, piacevole e sicuramente meritevole di ben più che un distratto ascolto. Brani come la stupenda "Resistente" o l'altrettanto bella "La Fata della Forza" sono sicuramente degli ottimi biglietti da visita per i Willow; ma nel complesso è tutto il CD a mantenersi sempre su livelli molto alti, l'ottimo lavoro di chitarra in "Brutti Sogni", la cupa e rabbiosa "Brucia la Strega" tra i pezzi che più richiamano il sound dei Fiaba, sono momenti che non passano inosservati, così come i quasi 8 minuti della conclusiva "Incompleto" pezzo dal piglio più sinfonico che introduce elementi decisamente più Prog Rock in senso stretto. Non resta quindi che complimentarsi con i Willow, bravi nel riuscire nel non facile compito di coniugare ottima melodia, buona tecnica ed una costante carica ritmica doti queste che non sempre compaiono tutte insieme così ben amalgamate, nulla di trascendentale, niente di sconvolgente, non aspettatevi grandiosità e perfezione assoluta, un disco migliorabile e perfettibile in molte sue parti, come tutto, e credo che il titolo dell'ultimo brano sia un chiaro messaggio ma comunque un disco fresco, vivace e coinvolgente che alla fine conquista per quella che a mio avviso è la sua dote migliore: la sua apparente semplicità. 76/100
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Massimiliano "Massy" Anfuso: Voce e chitarra Anno: 2007 Sul web: |