Sono estrattori del rock più verace, fermamente convinti che le canzoni del genere in questione possano dar vita ad una svolta all’intero globo.
Questa non è assolutamente una malsana idea (come ammettono umilmente loro stessi), anzi, perseguire questo dogma è fondamentale per attingere sempre nuove forze e lanciare nell’etere qualcosa di energico che possa rinvigorire le incalcolabili anime flaccide e rassegnate che ci consegna l’epoca odierna. Un bravo, quindi, ai Predarubia che con l’esordio Somewhere Boulevard schierano in campo 11 attaccanti grintosi, tanto per ricordarci che il rock è granitico, immortale ed ancora saldamente al comando tra le preferenze mondiali. Con “Not in my name” tentano, inizialmente, di fuorviarci con un basso oscuro, che, però, si apre presto alle note forti per mettere in chiaro sùbito di che pasta sono fatti. La batteria percussiva di “Carousel off” ha, invece, spinte intenzionali su praterie sonore di buon impatto, con la guitar che non risparmia energie. Nel singolo “Rip” è come se Springsteen innestasse la quarta con accentuata ruvidità e con una bella prerogativa: il desiderio di essere in vita e l’incapacità di sopportare le bufale che corrono sul Web con tanto di finti cordogli. Ma l’ombra di Bruce si potrà ritrovare frequentemente nella vocalità di Giuseppe Pocai, che richiama anche quella di Filippo de Paoli dei Plan de Fuga. Lo spazio per le ballads è riservato a “Yesterday”, dalle tinte agro-dolci e “The waiting song”, sanguigna e delicata. È ora di un “Intermezzo”, con le chitarre che dominano la stesura del pezzo con giri secchi accentuati ed assoli di grande stampo rock. Ottima la trovata di “One day”, che ammicca al blues e lo camuffa mescolando riffs chitarristici anni ’80, mentre “In the distance” è la chiusura galoppante dell’album, brano che scatena fantasie di scenari immaginifici in modalità Boss. I Predarubia superano bene la prova del debutto in quanto Somewhere Boulevard riassume degnamente la lezione assimilata dagli ascolti dei grandi nomi, la band suona sempre con gusto e tecnica confermandosi all’altezza della situazione. Se le vie del rock sono infinite, al bivio i Predarubia hanno saputo imboccare la strada giusta.
Anno: 2017 Etichetta: Latlantide Genere: Rock
TITOLI 01. Not in my name 02. Carousel off 03. Rip 04. Yesterday 05. A girl named Hope 06. Intermezzo 07. Somewhere baby 08. One day 09. Heaven unnecessary 10. The waiting song 11. In the distance
FORMAZIONE: Giuseppe Focai: Voce, chitarra, piano Massimo Triti: Chitarra Luca Mori: Basso, voci Zivago Anchesi: Batteria, voci
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