Devo riconoscere che l’esordio di questo quartetto toscano mi ha impressionato abbastanza positivamente: centrano il bersaglio gli assoli chitarristici di Ruggeri, l’espressività vocale di Deborah e la solidità della sezione ritmica, inoltre la produzione e l’artwork sono di gran qualità (finalmente un cd jewel case con i testi e le illustrazioni, basta con i digipack da discount nudi e crudi!), al livello di tanti gruppi blasonati. Globalmente la qualità dell’album è buona: la prima metà è quella che si ascolta con maggiore soddisfazione, mi riferisco in particolare ai chorus delle prime tre tracce ed alle introduzioni strumentali de “La Regina delle Nevi” ed “Icaro”, arpeggi che lasciano il segno e si riascoltano spesso con piacere. Purtroppo nella seconda parte del disco si avverte un calo emotivo: limitatamente alle parti ritmiche ed alle linee vocali, si sente molto la mancanza di varietà e d’immediatezza delle canzoni. Ed è un peccato perché gli Opera, nel panorama musicale odierno, spiccano grazie alle buone doti tecniche in loro possesso, posto che riescono a suonare un validissimo rock dai tratti heavy con influenze progressive affiancato da bei testi riflessivi, mai scontati, a differenza dei troppi gruppetti provinciali speed-power-symphonic metal con ambizioni interplanetarie e che, a ragione, sono rimasti nel dimenticatoio. In definitiva la band toscana ha tutte le carte in regola per sfondare, a loro consiglio di cuore di chiudersi in studio e di creare un sound più elaborato e personale, ed i frutti non tarderanno ad arrivare.
01. L'Arena
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