Difficile parlar bene di una incarnazione minore di una band a sua volta minore. Divenuto un terzetto, il gruppo ha superato a fatica gli anni '80 e '90 ritrovandosi diviso in due fazioni alle soglie del 2000: da un lato Les Holroyd e Mel Pritchard sotto il moniker 'Barclay James Harvest featuring Les Holroyd'; dall'altro John Lees e il ritrovato Wolstenholme nei 'Barclay James Harvest through the Eyes of John Lees', nome poi mutato nell'attuale 'John Lees' Barclay James Harvest' (quando si dice un nome profetico: incredibilmente, i due membri i cui nomi non compaiono nei citati monicker muoiono prematuramente - Pritchard nel 2004, Wolstenholme nel 2010, suicida - lasciando ai due leader l'onere di condurre in solitaria le rispettive band). Si può immaginare, quindi, con quale misurato entusiasmo mi sia accostato a quest'opera, dopo peraltro aver ascoltato il deludentissimo EP Ancient Waves, in realtà di poco successivo all'album qui recensito, contenente scarti di quest'ultimo, comunque presenti nella edizione in CD. E pur tuttavia questo North è certamente un ottimo lavoro, diviso, come è, tra il pop elegante e senza pretese di "The Real Deal" e "If You Were Here Now" (il primo pezzo con cenni rock veramente inaspettati per un gruppo del genere) e le marcate influenze progressive di "On Leave", brano che esplora le atmosfere sognanti degli ultimi Floyd e propone echi marillioniani del tardo Fish con sinfonismi tipici della cultura inglese di stampo romantico (il brano, peraltro, è dedicato allo scomparso Wolstenholme). In mezzo a tutto questo - con la piacevole sorpresa della voce del bassista Craig Fletcher (che, finalmente, sostituisce, seppur occasionalmente, quella tremula e poco convincente dello stesso John Lees) - la band trova il tempo di proporre una ballata pop dal vago sapore celtico ("Unreservedly Yours"), omaggiare (altra sorpresa) gli Steely Dan più efficaci ("In Wonderland"), fare il verso agli Alan Parsons Project più eleganti e raffinati ("North"), cedere alla malinconia più intima musicando con sole tastiere una poesia di Ammon Wrigley (“At The End Of The Day”), poeta inglese vissuto a cavallo tra '800 e '900. Lavoro fresco e attuale che guarda al passato senza cadere nella tentazione di proporre becere e sterili commemorazioni.
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John Lees - vocals, guitars Anno: 2013
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