Ed ecco arrivare il nuovo lavoro dei Northwinds, gruppo ormai storico nel roster della Black Widow Records (la collaborazione tra i francesi e la label di Genova, infatti, è iniziata nella seconda metà degli anni 90).
La band dall’ormai ventennale esperienza esce con questo disco, unito a filo doppio al precedente “Winter” (BWR, 2012). Entrambi gli album sono stati concepiti in sessions a cavallo 2009 e il 2011 e sono intesi come due capitoli dello stesso concept. Le sonorità proposte sono una miscela di Doom con chiare tracce di rock progressivo: la malinconia decadente e l’immaginario fantasy permeano questo lavoro, dalle songs all’art work stesso. La title track “Eternal Winter” apre l'opera e da subito è chiaro che riff di chitarra oscuri e melodie ipnotiche sono una cifra stilistica della band. Ed è proprio la melodia vocale che salta subito all’orecchio con il suo incedere cadenzato alla “Electric Funeral”, caratterizzando un brano molto vicino a certo rock psichedelico di stampo inglese (Uriah Heep, Beggar’s Opera…). La traccia successiva, “Chimeres”, cantata in Francese, ha anch’essa un ottimo tema vocale ed un riff di chitarra di sicuro impatto, degna di nota è la sezione centrale strumentale ben articolata e finemente arrangiata che porta a quello che potrebbe essere preso come un chiaro omaggio ancora una volta alla band di Tony Iommi: un crescendo strumentale porta infatti ad una sezione che, tanto per linea vocale quanto per riff di chitarra ed accompagnamento della sezione ritmica, ricorda davvero tanto da vicino “Symptom of the Universe”. Difficile leggere qui un tentativo di plagio: si potrebbe piuttosto parlare di una citazione vera e propria, un umile tributo ad una band senza la quale metà di quello che ascoltiamo oggi non esisterebbe. Procedendo nell’ascolto ci si imbatte in “Crossroads”, brano dove la vena squisitamente hard rock è più in evidenza, in netto contrasto con la melodica e decadente sezione centrale, qui le sonorità prog prendono il sopravvento, ferma restando l’incisività dei temi cantati e strumentali.Particolarmente gradevole il ritmo shuffle di “From The Cradle to The Grave”, breve brano con un piglio più modern rock, nonostante i suoni squisitamente vintage delle tastiere. La successiva “A Light for the Blind” conferma quanto ascoltato sin ora, ovvero una band fortemente radicata negli anni 70 che non rinuncia ad una certa dose di personalità, puntando su idee musicali forti, concrete e dirette, senza perdersi in virtuosismi ed orpelli che molto spesso finiscono per seppellire la musica anziché impreziosirla. Davvero notevole la sezione strumentale centrale ben costruita ed arrangiata, in continuo cambiamento dove elementi tematici diventano accompagnamento e vice versa. “Under Your Spell” farà sicuramente la gioia dell’ascoltatore prog oriented, linee melodiche piacevoli si fondono con momenti strumentali che riportano la mente gli UFO della prima ora, quelli di “Flying” per intenderci. Il breve brano strumentale “No Peace At Last”, dalle atmosfere prog decadenti quasi al confine con certa new wave, porta all’ultimo brano di questo “Eternal Winter”. “Inferno” è una canzone space rock dura ed ipnotica con il suo ritornello lisergico ed il suo ritmo martellante. Il finale molto “live” è la degna conclusione di un disco raffinato ed al contempo trascinante come questo ultimo lavoro dei Northwinds, consigliatissimo agli appassionati di dark bands stile anni 70 e di doom/stoner, ma soprattutto a coloro che vorrebbero ascoltare una musica progressiva che non dimentica di essere anche rock. |
Thomas Bastide: chitarra Anno: 2015 |