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Beardfish
+4626-Comfortzone

Giungono all’ottavo lavoro i progster svedesi Beardfish, una band che ha oramai raggiunto una maturazione tale da poter dare un volto differente ad ogni loro album. Il loro rock progressivo non segue vere specifiche anni settanta, in quanto attingono a piene mani da quelle fonti, ma riescono a renderlo anche più moderno, svoltando a volte verso un sound più semplicemente rock ed anche alternativo.

E’ proprio il caso di +4626-Comfortzone, ottimo lavoro che mette in risalto la voglia della band di cercare di dire un qualcosa di nuovo anche senza pretese, costruendo brani articolati e strutturati anche più semplicemente ed il risultato è notevole. “The One Inside Part One – Noise In The Background” è una breve intro, con voce narrante e dal tocco sinfonico, che apre le porte a “Hold On”, dal volume crescente, un basso distorto ed il brano parte con momenti psichedelici e cori e la voce di Rikard Sjoblom sempre in crescita, per un brano a metà strada tra Gentle Giant e King Crimson. Affascinanti gli arpeggi chitarristici aperti e la sezione ritmica tra momenti delicati ed altri più irruenti.

Anche “Comfortzone” nei suoi quasi dieci minuti di durata ha splendide sonorità ancora una volta riconducibili al Re Cremisi e la chitarra di Rikard sa avvicinarsi moltissimo al Fripp di “Starless”, a cui il brano, sembra anche avvicinarsi. Ma la grandezza della band svedese sta proprio nel saper rendere personali, influenze da cui nessuna prog band può sfuggire. Non mancano momenti più melodici e pianistici ed ancora una volta la voce di Rikard fa la differenza. Un sound più semplice ed allegro nella breve “Can You See Me Now?” e “King” ha un sound più rock e lineare, ma con “The One Inside Part Two – My Companion Through Life” si ritorna al progressive, con trame acustiche ed a tratti folk.

Ritmiche più sfrenate per “Daughter/Whore” e “If We Must Be Apart (A Love Story Continued)”, nei suoi quindici minuti e mezzo di durata racchiude tutta l’essenza di una band che diventa sempre più geniale, “mille sfumature di prog”. Non finisce qui perché in “Ode To Rock’n’Roller” tornano a regnare i Gentle Giant, ma I Beardfish li amalgamano anche con momenti folk, jazz ed anche blues ed aggiungerei anche piccole schegge di follia e “The One Inside Part Three – Relief” che non solo chiude il cd, ma chiude anche questa suite divisa in tre movimenti e che riporta la band svedese ad un rock più semplice, con parti prog.  I Beardfish sono oramai una garanzia, album dopo album.


85/100


Rikard Sjoblom: Voce e tastiere
David Zackrinsson: Chitarra
Robert Hansen: Basso
Magnus Ostgren: Batteria

Anno: 2015
Label: Inside Out
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. The One Inside Part One - Noise In The Background
02. Hold On
03. Comfortzone
04. Can You See Me Now?
05. King
06. The One Inside Part Two - My Companion Through Life
07. Daughter/Whore
08. If We Must Be Apart (A Love Story Continued)
09. Ode To Rock'n'Roller
10. The One Inside Part Three - Relief


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