Gli Armagedon hanno alle spalle una carriera piuttosto travagliata, visto che la loro formazione risale al lontano 1986; dopo la pubblicazione di un album nel 1993, il gruppo si sciolse, per poi riformarsi nel 2006.
Death Then Nothing é quindi il secondo lavoro per la band polacca ed é introdotto da una copertina che raffigura un’immagine di totale decadenza, cioè un antico orologio con accanto dei teschi circondati da ragnatele. La copia promozionale in nostro possesso é composta da canzoni molto brevi, infatti dura circa mezz’ora. Si inizia con la violenta “Death Then Nothing”, dotata di un’interessante apertura al pianoforte e seguita dalla massacrante “Dead Code” che sfrutta dei brevi sottofondi di tastiere; si prosegue con “Enemy” e con l’apocalittica “Blanket of Silence”, ancora caratterizzata dalle tastiere, per poi passare all’originale “Seeing is Believing” dalle sonorità arabeggianti. Si procede con la compatta “Bed of Thorns” e con “Father of Oblivion”, brano in cui la sezione ritmica si pone in notevole evidenza; dopo “Emptiness Beyond Believe”, fornito di un altro inserimento di tastiere e seguito dal martellante “Betrayed”, la conclusione é destinata al cadenzato e maligno “F… End”, chiuso nuovamente dal pianoforte. Un impatto notevole, qualche breve assolo ed una voce brutale sono elementi essenziali del death metal primordiale; un notevole amore per le proprie radici, tuttavia, non può far passare in secondo piano il fatto che tutti i pezzi possiedono un’impalcatura troppo somigliante, nonostante l’intelligente inserimento delle tastiere in alcuni di essi. Il disco, pertanto, é diretto solo agli stretti appassionati di death metal e, più in generale, agli amanti dei suoni particolarmente violenti. 59/100
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Slawomir “Slavo” Maryniewski: Voce Anno: 2010 Sul web: |