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PropheXy
Improvviso

Le origini dei Prophexy risalgono al 1999 sebbene essi non amino parlare di quel periodo giacché proponevano una musica di stampo squisitamente metal o prog metal, influenze oggi del tutto assenti.

La band rinasce a nuova vita nel 2005, stavolta inserita tout-court nella compagine progressiva, allorquando partecipa al tributo ai King Crimson intitolato "The letters: an Italian unconventional guide to King Crimson", edito dalla Mellow Records (opera che, tra gli altri, vede anche la partecipazione del pianista Stefano Bollani). L’anno successivo esce il loro primo album autoprodotto, "Scartomanzia", che consente loro di aggiudicarsi il primo posto nella sezione rock della rivista Acid Jazz la quale, peraltro, pubblicherà il brano "Plasticosmic" nella compilation allegata al numero di agosto 2006.

Avviata negli anni successivi un’intensa attività live in versione elettrica ed acustica – che li vede sullo stesso palco di gruppi come Anekdoten, Sleepytime Gorilla Museum, Holding Pattern, Le Orme, Deus Ex Machina, Maschera di Cera, Accordo dei Contrari – la band pubblica "Alconauta", ancora un’opera autoprodotta, che offre l’opportunità al combo di partecipare a diversi festival tra cui l'ExProg 2010 e l’Arte/Nativa Festival e, più recentemente, di divedere il palco con Richard Sinclair, storico bassista e cantante di Caravan, Hatfield and the North e Camel. Con il musicista inglese, il gruppo avvia una preziosa collaborazione esibendosi con lui al We Love Vintage Festival nonché al Naima Club di Forlì e al Teatro San Sebastiano di Valli del Pasubio (concerto, peraltro, da cui è estratto il cd qui recensito). Sono giuste e legittime soddisfazioni per una band che dal suo esordio - avvenuto, come detto, circa 8 anni fa - ha lavorato instancabilmente, cercando sempre di migliorarsi.

Ho personalmente conosciuto quello che può essere considerato se non il leader, quantomeno uno dei motori dell’attuale incarnazione della band, il chitarrista Gabriele Martelli. Era il febbraio del 2007 e, se non erro, eravamo entrambi spettatori al concerto di David Cross a Roma, presso il locale Stazione Birra. Presentatomi da un amico comune, Gabriele mi colpì subito per la sua evidente passione, comune a tanti musicisti esordienti, tanto ingenui quanto carichi di energia, ricchi di substrato passionale e ardente vitalità. Appena saputo che scrivevo per Musik-box, una rivista di cultura musicale e di guida ragionata al collezionismo, e per Wonderous Stories, un magazine dedicato interamente al rock progressivo, mi consegnò subito una copia di “Scartomanzia”, che io recensii prontamente sulle pagine della prima, elogiando la buona volontà, non mancando di effettuare alcune critiche, ancorché in tono costruttivo.

Orbene, a distanza di 7 anni da quell’incontro, sono felicissimo di notare che:

a) il “sacro fuoco” interiore che animava il temperamento di quel ragazzo non solo non si è affatto spento, ma è andato sviluppandosi, talché lo stesso si continua a manifestare in termini di massima volitività, sano desiderio di ben figurare, bisogno di esprimersi ad alti livelli artistici ed umani;

b) da un punto di vista squisitamente tecnico, la band è cresciuta in maniera considerevole, capace oggi di proporre un prog efficacissimo, del tutto personale, ancorché di non facile presa;

c) il gruppo ha cristallizzato questa acquisita professionalità con collaborazioni importanti: nel momento in cui scrivo, infatti, apprendo con piacere che il quintetto parteciperà alla seconda edizione dell’Ex Prog, che si terrà il 3 Agosto 2013, presso l'Horses Riviera Resort a San Giovanni in Marignano (RN), dividendo il palco con band del calibro di Osanna, Le Orme, New Trolls, Locanda Delle Fate, Gran Turismo Veloce

Va innanzitutto detto che il quintetto propone una mistura sonora di non facile assimilazione. Nella loro biografia, essi definiscono la loro musica “un mix di intricate texture e tempi impazziti,  altamente melodico e psichedelico, un essere geneticamente modificato fatto di Pro-Aggressive Rock”. Una definizione oltremodo efficace, a parte l’allusione alla compagine psichedelica, obiettivamente del tutto assente. Il gruppo ama giocare efficacemente con i contrasti, proponendo ora un romanticismo elegante, quasi sempre espresso da un flauto dolce, soave, quasi etereo, ora tessiture enigmatiche, contorte, talvolta criptiche, proposte da una sezione ritmica mai prevedibile, talvolta decisamente ostica: controtempi, rotture, ripartenze, melodie inconcluse, obbligano l’utente ad ascolti ripetuti che risultano appaganti solo alla lunga distanza. In tutto questo, la chitarra e la tastiera fungono da sommerso corollario, condendo con fare elegante, volutamente mai invasivo, un suono di insieme che appare decisamente efficace.

Ci sono poi le citazioni blasonate: “La Rotonda Della Memoria”, ad esempio, si palesa quale perfetta fusione tra la nota cripticità crimsoniana e le melodie spezzate tipiche del Gigante Gentile; qualcosa dei Brand X più dinamici, inoltre, emerge in “Stralci Di Quotidiano”: è questo il brano ove il flautista Alessandro Valle dimostra anche di saper egregiamente suonare anche il basso elettrico, qui proposto in chiave estremamente dinamica, talvolta addirittura dirompente; “Paradigmi Mentali”, infine, si caratterizza per un incipit iniziale che richiama alla memoria addirittura la lugubre lezione sabbathiana, per poi passare, quasi immediatamente, alla soavità classica della compagine canterburyana (ottimamente espressa dal citato Alessandro Valle, sempre attendibilissimo) ed evolversi, nella parte finale, in atmosfere oltremodo dirompenti, ben caratterizzate dalla efficace vocalità del nuovo cantante, Luca Fattori, artista estremamente duttile, capace di passare dalla soave nitidezza del romanticismo canterburyano alla algida compostezza di matrice jethro-tulliana, con fughe verso lo scream puro e, in un caso, addirittura il growl.

Il tipo pare essere uscito dalla scuola di John De Leo, artista al quale egli sembra ispirarsi in quanto a capacità di passare con disinvoltura dai toni caldi e gravi, a quelli acuti e graffianti. Tuttavia, la sua duttilità vocale riprende anche, sebbene più sporadicamente, la lezione impartita da Demetrio Stratos, con particolare riguardo alla tecnica della polifonia vocale.

Ottima prova discografica: avanti così!

90/100


Luca Fattori: Voce (1-7)
Richard Sinclair: Voce (8-9) 
Gabriele Martelli: Chitarra
Alessandro Valle: Basso e flauto traverso
Stefano Vaccari: Batteria
Diber Benghi: Tastiere

Anno: 2013
Label: Musea Parallele
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. Tritone
02. Babba
03. La Rotonda Della Memoria 
04. Stralci Di Quotidiano
05. Paradigmi Mentali
06. Trickster
07. C’è Vite Sulla Luna?
08. Disassociation
09. Golf Girl


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