L'impressione è, infatti, quella di colorare in spazi già definiti, di unire i puntini avendo già sbirciato la soluzione in fondo, o di aver fatto un bel disegno copiato alla finestra con la velina. Melodie rassicuranti, chitarre ruvide ed emozioni sempre sul punto di esplodere, con buone intenzioni, ma senza abbastanza coraggio per rischiare lo schianto che permette di scivolare al centro dell'emozione pura. Il tutto è frenato da dinamiche appena percettibili ad incorniciare la voce di Stefano Malagigi, interessante ed onirica, ma incapace di far scordare Alberto Ferrari (cantante dei noti Verdena), Manuel Agnelli (Afterhours) e le loro linee melodiche. Una coperta di Linus troppo confortevole per osare e permettersi di scivolare nudi nella vertigine di un pensiero autentico. Vien da domandarsi se l'unico ingrediente casuale del disco siano i testi, dove l'avverbio di luogo "qui", unito ai pronomi personali "me" e "te", compaiono con una frequenza troppo elevata per credere davvero in una scelta ponderata o se, forse, solo il tempo saprà dirci se i Random sapranno rispondere all’eco del loro stesso nome. 60/100
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Stefano Malagigi: Chitarra e voce Anno: 2011 |