Probabilmente i Grenouille vivono ancora negli anni 90. Di sicuro i Grenouille vorrebbero portare i sentimenti e le atmosfere di quegli anni nella loro Milano.
Certamente i Grenouille già sanno che quel movimento musicale ed ancor prima sociale non riesce ad abbandonarli, ce l’hanno nel sangue, ed allora il loro progetto vuole rimarcare le loro radici ancor prima di voler esprimere il lato prettamente artistico. Acuti, spigolosi, scomodi, profondi, acidi si presentano sul mercato con Saltando Dentro Al Fuoco, lavoro che ci catapulta tra storie metropolitane di quotidiana realtà con un mood diretto e pungente, che si rifà principalmente ai suoni che tanto ci hanno fatto sognare quasi un ventennio fa. Lo si capisce subito dall’attacco di ‘Un Grave Danno’, dove un riff secco e ritmato che sembra essere uscito dall’album ‘Freak’, dà il via all’ascolto di queste 10 tracce in bilico tra i suoni scalmanati di Nirvana e Silverchair a quelli più acidi dei Sonic Youth fino alle armonie dissonanti dei Pixies. I Grenouille nei loro testi parlano e scrivono di tematiche molto profonde e sentite, cercando di farlo nel modo più semplice e diretto possibile, rischiando anche di fare molto male, ma dimostrando delle notevoli doti intellettuali portate in musica anche grazie alla voce ruvida ed essenziale di Marco Bugatti, che riesce ad evocare le immagini ed i paesaggi delle liriche. Non mancano di certo anche delle similitudini con band come Afterhours o Verdena, anche se i Grenouille cercano in tutti i modi di trovare una via personale che magari sarà più marcata con i futuri lavori. Spazio allora a brani come la title track, il basso slappato della cattivissima ‘Babilonia’, la ritmata e angosciante ‘Io, Te, Milano e l’Anoressia’ e ‘8 Buoni Modi’ che resuscitano i fantasmi del passato, mentre in altre composizioni come ‘Grosso Guaio In Paolo Sarpi’, ‘La Giò Ed Io’ e ‘La Terza Guerra Mondiale’ sono riconducibili alle sonorità delle prime produzioni alternative nostrane della seconda meta dei ‘90. Penso che le sensazioni che si avvertono siano quelle che la band voleva far suscitare, spero che in futuro il lato più duro, marcio ed essenziale dei Grenouille possa venire quanto più a galla, andando a delineare ancora meglio la loro proposta che li renderebbe assolutamente unici nel panorama rock nazionale. La strada potrebbe essere quella giusta, ma ora sta a loro decidere quale direzione prendere. 75/100
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Marco Bugatti: Voce, chitarra Anno: 2008 |