Primo album per i tarantini Elegy of Madness, album che segue, ad un paio d'anni di distanza, il convincente EP Another Path, riprendendone per altro, in questo The Bridge of Sighs 2 brani.
Gothic metal ma non solo, voce femminile ovviamente, ma anche molte belle orchestrazioni che fanno virare la musica degli Elegy of Madness verso coordinate più sinfoniche e progressive, una musica composita e varia che nonostante tutto lascia trasparire fin da subito quelle che sono le maggiori influenze della band, è facile infatti leggere tra le note Nightwish, After Forever, Lacuna Coil o perchè no anche qualcosa di Evanescence, Theater of Tragedy nonchè sprazzi decisamente più Prog oriented. Il risultato decisamente convincente, The Bridge of Sighs è a parere del sottoscritto veramente un bel lavoro, piacevolissimo da ascoltare, un disco che pur non brillando per originalità, non ci si stanca mai di sentire e risentire; le atmosfere che Anja, con la sua voce suadente e melodica riesce a creare sono sicuramente un bel sentire così come molto più che apprezzabile è il lavoro di Roby alle percussioni, sempre in evidenza, con una ritmica trascinante e martellante. A completare il buon lavoro agli strumenti contribuiscono Marcello alle tastiere capace di arricchire con orchestrazioni ed inserti decisamente azzeccati e sorprendenti il tessuto sonoro reso ruvido dalle chitarre di Tony, che collabora anche alla parte vocale come controcanto maschile sia in pulito che in growl. Onesto e puntuale il basso di Alex mai sopra le righe, sempre attento ad assecondare l'ottimo lavoro di Marcello e capace di ritagliarsi qualche spazio a dare un impronta più personale all'accompagnamento. Di sicuro non banali sono anche gli argomenti trattati nei testi del gruppo, si va infatti dal titolo stesso dell'album, "Ponte dei sospiri" in italiano, il ponte che a Venezia segnava il passaggio per i prigionieri dalla vita alla morte, all'eutanasia tratta nella mini-suite Agony divisa in due parti, in una è la prospettiva del paziente ad essere cantata e nell'altra i patemi, l'impotenza, la sofferenza dai parenti e dei familiari di chi soffre. Anche Pirandello trova posto nel brano No Names, ultimo capitolo del famoso Uno, nessuno e centomila. Molto ben fatto l'artwork, con ovviamente il Ponte dei Sospiri in primo piano e con il booklet arricchito dai testi delle canzoni. Ottima anche la registrazione ed il missaggio. In conclusione posso dire che gli Elegy of Madness mi hanno convinto, realizzando un album estremamente gradevole, godibile dalla prima all'ultima traccia, costantemente su livelli elevati e senza mai momenti e tempi morti, sicuramente emozionante sia dal punto di vista delle atmosfere che sono riusciti a creare e sia per le capacità strumentali e di songwriting presentate. Nulla da aggiungere, promossi a pieni voti. 80/100
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Anja: Voce Anno: 2009 |