Se i nomi di Enzo Pepi e Marco Caruso non vi sono nuovi, c'è un perchè. Infatti questi due musicisti sono stati la colonna portante una ventina d'anni fa dei Twig Infection, che nonostante una esigue discografia (due album e un EP) raccolsero all'epoca ottimi consensi sia di critica che di pubblico.
Finita quell'avventura, i due nel 2003 decidono di fondare i The PepiBand e dopo 7 anni passati a suonare per i palchi siciliani, hanno deciso di dare la stampe il loro primo disco in studio, Panic (della quale sul nostro sito potete scaricare due estratti gentilmente concessi dalla band. Premettiamo subito che se siete nostalgici del rock alternative degli anni '90, queste 10 canzoni incluse in Panic faranno la vostra felicità, dato che nel frullatore del quartetto siracusano girano vorticosi slanci strumentali noise, rock anti litteram e (post) grunge. L'album parte subito bene con le roboanti urla di "Personal Pepi" per poi proseguire su ritmiche più disordinate nella bellissima "5%", scelta come singolo di lancio. Da quello che avrete potuto intuire siamo di fronte ad un lavoro che non ha niente dei clichè delle produzioni più commerciali attuali, qui le melodie sono strambe e non ce nessun ritornello da passare alla radio, ma solo musica suonata con ottima perizia e che per primo fa star bene che l'ha prodotta; vi sfido: passereste mai i 9 minuti abbondanti della stralunata ballata "I Like Fasolino"?. Ascoltatela e datevi una risposta. Certamente Panic non è un ascolto facile, a volte certi passaggi strumentali, lunghi e lisergici possono stancare, ma la forza di questo disco sta anche in questo, se vogliamo trovare il rovescio della medaglia. La presenza della cantante Cristina Chimirri arricchisce brani come "Andrea" e "Bipede" (con la prima dai vaghi accenni pixiesiani), mentre la chiusura è affidata a "Eyes", un elogio al rumorismo delle chitarre miste ad affascinanti trame psichedeliche (e quando il brano si esaurisce, dopo una pausa arriva anche una ghost track!). Sostanzialmente Panic è un lavoro viscerale, che amerete o odierete, ma che merita la vostra attenzione per la profondità musicale che ha da proporre alle vostre orecchie. Eh si sa, sotto sotto anche voi avete voglia di tornare a sentire la musica che amavate più di 15 anni fa... 77/100
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Giuseppe Forte: Chitarra e voce Anno: 2010 |