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Soul Of The Cave


Paolo Boni: Chitarra
Giovanni De Sanctis: Basso e voce
Flavio Gamboni: Batteria e backing vocals
Giacomo Serri: Chitarra e voce

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- Recensione di Asphalt - 2008

- A&B -
Ragazzi, innanzitutto benvenuti su A&B. Parlateci un po’ del vostro disco d’esordio, Asphalt, di come a più di 6 mesi di distanza l’avete assimilato ed è stato assimilato dal pubblico.
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Il nostro primo disco è la prima esperienza professionale su cui ci siamo imbattuti, fondamentale per nostre vite personali e artistiche.
Riascoltandolo tante cose poi ora le faremmo diverse, però ne siamo orgogliosi e resta un prodotto concreto creato con passione.
Il pubblico ha generalmente apprezzato, in particolare nei concerti, e questo ci ha dato moltissime soddisfazioni. Dal punto di vista dei concerti abbiamo suonato molto nella nostra città, a Roma, ed è così cominciato pian piano a circolare il nostro nome, ma dovremo fare di più perché vogliamo suonare tantissimo nei prossimi mesi, anche fuori Roma e fuori dall'Italia.


- A&B -
L’album ha un sound poco “italiano”, sembrate un prodotto perfetto per l’estero. Tant’è che siete distribuiti da un’etichetta inglese in ben 26 paesi. Impressione sbagliata?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
No, non sbagli. Tra l'altro abbiamo avuto diversi interessamenti al nostro progetto all'estero. La maggior parte delle nostre influenze proviene da artisti inglesi o statunitensi, salvo qualche nobile eccezione. Le nostre sonorità sono internazionali e i brani sono quasi tutti in inglese, ma ci teniamo alla nostra lingua e continueremo a scrivere anche testi in italiano. A breve partiremo per Londra dove cercheremo delle situazioni live e promozionali buone.

- A&B -
Quali sono state le vostri maggiori influenze al momento di registrare Asphalt? C’è una band in particolare che vi ha dato la “retta via” in quanto a sound?
- Flavio Gamboni [Soul of the cave] -
Non ce n'è una in particolare e devo dire, anche se può sembrare scontato, che ascoltiamo tantissimi generi di musica (come fanno molti artisti) e questo riflette vistosamente sul nostro sound e ci piace continuare su questa strada. Non abbiamo mai pensato di seguire un filone particolare ... Ci sono degli artisti che amiamo particolarmente, ma quelli che più hanno influenzato la nostra musica quando registrammo Asphalt sono i Queens Of The Stone Age, i Kyuss, i Mars Volta, gli At The Drive-In, i Tool, i primi Red Hot Chili Peppers, i Rage Against The Machine, i Led Zeppelin.

- A&B -
La vostre canzoni godono di strutture molto complesse, dilatate e psichedeliche. Nei vostri live preferite non stravolgerle oppure gli affidate arrangiamenti diversi ?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Non stravolgiamo, perché i pezzi hanno delle strutture ben precise che preferiamo rispettare.



- A&B -
Siete giovanissimi ma già con una grande esperienza nell’underground italico. Che consigli dareste ad una band ai primi passi che si vuole proporre con pezzi propri?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
La prima cosa è provare, provare in sala prove e pian piano trovare un proprio modo di fare musica ed esprimersi, anche dal vivo. Per i concerti cominciare portando un demo ai locali più vicini a casa, parlare coi gestori e tentare di suonare con gruppi locali (contattandoli anche direttamente) che hanno già un po' più d'esperienza; così piano piano ci si fa conoscere.
Mettere impegno e passione in ogni aspetto: dal suonare, al comporre, all'organizzare i propri concerti e prmuovere il proprio gruppo.
Chi ci deve credere di più nel progetto deve essere l'artista stesso e questa cosa (bisogna esserne certi), viene trasmessa a tutti se il prodotto è valido e la convinzione è sincera e forte!


- A&B -
Esiste un’ artista o una band in particolare con la quale vorreste collaborare? E se si, perché?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Ce ne sarebbero parecchie a dir la verità, anche se non ne abbiamo mai parlato; io, se potessi, collaborerei con i Mars Volta e in Italia con gli Zu, band romana ...

- A&B -
“Yellow Glue”, con il suo incedere molto cupo e spigoloso è il mio pezzo preferito della raccolta. Amo molto il riff orientaleggiante di chitarra, molto ipnotico. Di cosa parla questo pezzo?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Il pezzo è lunga cavalcata psichedelica. L'idea di base, come il riff di cui parli e il testo sono di Giacomo. Il testo è allegorico, è visionario e vuole parlare dell'istinto di sopravvivenza che ognuno di noi ha.

- A&B -
Potendolo registrare oggi, c’è un qualcosa che cambiereste di Asphalt?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Ora come ora siamo cambiati artisticamente, i brani li struttureremmo diversamente e alcune tracce non le metteremmo nell'album, ma questo conta poco, Asphalt non deve essere cambiato, sta lì, è il nostro primo disco di cui siamo orgogliosi, con tutti i difetti e pregi che ha.



- A&B -
Argomento che trattiamo molto spesso su questi lidi. Che pensiero avete sul mondo discografico attuale? E’ vera crisi oppure non c’è niente di strano rispetto a 10 anni fa?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Noi siamo in giro da pochi anni, però per quanto abbiamo capito la situazione pare sia molto peggiorata dal punto di vista delle vendite dei gruppi famosi (da major) ma anche in parte dal punto di vista della visibilità delle band indipendenti. Questo perché, proprio per il fatto che le major vendono pochissimo i loro prodotti, cercano sempre di più il guadagno facile e immediato senza lungimiranza, cercando anche di offuscare sempre più il mercato e la musica indipendente, i quali sarebbero avvantaggiati da questa situazione. In effetti con internet il giro indipendente ha questa opportunità di essere conosciuto dal pubblico, però a livello di grande visibilità e di grosse opportunità, anche di suonare, spesso c'è una difficoltà enorme da parte di gente come noi; dobbiamo infatti contrastare l'arroganza della promozione major. E' difficile per es coinvolgere molte persone e farle venire ai propri concerti perché i principali media non danno risalto alla musica indipendente e a tutto ciò che le sta intorno.

- A&B -
Quali sono i dischi del 2008 che avete preferito? E quali invece si sono dimostrati una delusione?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Nel 2008 non abbiamo ascoltato dei dischi di gruppi noti, ma soprattutto di band dell'underground italico. Cito solo i Fratelli Calafuria (Milano) con il loro debutto che non è niente male; per l'underground abbiamo molto apprezzato il debutto dei SO! (band toscana, Seahorse Rec.), quello degli Incoming Cerebral Overdrive (sempre toscani), quello dei Keep Out (da Pescara), dei Fleven (delle nostre parti con la nostra etichetta).

- A&B -
Negli ultimi due anni ci sono state molte reunion importanti. Mi viene da pensare ai Police oppure a quella più fragorosa dei Led Zeppelin. Senza contare che presto torneranno anche i Blur in formazione originale. Qual è la vostra posizione dinnanzi a questi ritorni?
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Ma da una parte fa piacere l'idea di poter rivedere gruppi che invece, purtroppo, molti giovani non avrebbero avuto la possibilità di andare a vedere; però l'impressione è che spesso queste reunion siano il frutto di voler ricavare dei soldi, anche se certamente non è sempre così. Sinceramente preferisco una band che si riunisca per fare dei tour più che una che si rimette a fare un disco che, spesso e volentieri, non aggiunge nulla di artisticamente valido, con delle eccezioni.

- A&B -
In conclusione, ringraziandovi per la disponibilità, lasciateci con un buon proposito per il 2009.
- Flavio Gamboni [Soul of the Cave] -
Per quest'anno stiamo scrivendo diversi nuovi pezzi in cui crediamo molto, stiamo esplorando nuove sonorità mantenendo l'energia e il rimaner fuori da regole stilemiche. Abbiamo da poco registrato un promo/ep, "Hand made Evil", allo Snakes Studio di Roma e nei prossimi mesi punteremo a fare delle belle date, anche fuori Roma!
Grazie di tutto da parte dell'intero gruppo!
A presto e buon lavoro
Flavio/SOUL OF THE CAVE


 

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