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- A&B -
Ciao Filippo, bentornato sulle pagine virtuali di A&B. L’ultima volta che ci siamo sentiti il tuo monicker era semplicemente Q, e discutemmo del tuo splendido album d’esordio (Le Proprietà Elastiche Del Vetro, 2007) e dell’EP Messaggi da un furgone nazione. Oggi ti fai chiamare Filo-Q è il tuo nuovo lavoro Il bordo del buio non ha fatto altro che dimostrarci ancora una volta tutto il tuo talento. Cosa è cambiato in te come persona e come artista in questi 4 anni?
- Filo-Q –
Penso e soprattutto spero di essere cresciuto…dopo il primo disco, le date del tour e l’EP mi sono concentrato sulla produzione e sui remix, di cui ne uscita una raccolta regalata al Miami Festival, non sentivo più la necessità di scrivere e non sapevo che direzione avrei voluto prendere con la mia musica… ho vissuto un periodo decisamente confuso e di forte spaesamento, fino a che un giorno ho sentito di nuovo il bisogno di dire delle cose, di raccontare quello che stava accadendo intorno e dentro di me, semplicemente così ho scritto il disco, con la chitarra ed un quaderno, in un arco di tempo ravvicinato e credo che la cosa si colga per l’omogeneità tematica del lavoro.
- A&B -
Il bordo del buio sembra essere più legato al filone cantautorale degli anni ‘70/’80 con meno inserti elettronici rispetto al tuo passato. Un lavoro più “classico”, se mi puoi passare il termine. E’ stata una scelta voluta o spontanea al momento che hai cominciato a scrivere i pezzi?
- Filo-Q –
Il disco l’ho arrangiato con il mio amico e pianista Max Morales, partendo perciò da strumenti acustici, poi con il produttore Giorgio Pona abbiamo incominciato una ricerca sull’uso dell’elettronica e sul sound generale secondo me più complessa ed originale dei precedenti lavori perché abbiamo lavorato nella direzione di fondere in un suono unico elementi elettronici ed acustici, senza metterli in equilibrio o contrapposizione come avevo fatto in passato e come di solito si sente in giro…qui è tutto davvero fuso in modo tale da non riuscire spesso a distinguere i contorni dei suoni, gli strumenti acustici trattati con un approccio da smanettoni elettronici ed il contrario. Coma hai giustamente notato c’è una grande omogeneità di suono che ho ricercato per assecondare l’umore omogeneo dei pezzi…volevo un disco monocromatico su cui poter lavorare tono su tono…insomma il suono doveva corrispondere alle parole ed alla scrittura.
- A&B -
“Bombardando Parigi” a mio parere, è il pezzo più bello del disco, uno dei migliori che ho sentito quest’anno. Ha un pattern drammatico e sofferto nella tua prestazione vocale, e per l’occasione so che hai usato il themerim, uno strumento elettronico di inizio ‘900. Che ci puoi dire in proposito?
- Filo-Q –
Quello è stato il contributo di Tarick1, già mio socio nel disco di remix che abbiamo fatto uscire lo scorso anno, è stato lui a decidere di metterci sopra un themerim che ben si incrocia con le trombe e con l’andamento del brano, è uno strumento che soddisfa secondo me davvero pienamente la sospensione e la tensione chiusa in se stessa delle parole.
- A&B -
Parlaci un po’ degli ospiti, tanti, che arricchiscono Il bordo del buio.
- Filo-Q –
Quello di coinvolgere persone all’interno dei miei lavori è per me un processo molto naturale, arricchisce i punti di vista che puoi maturare sviluppando un processo creativo come quello di un intero album, ti porta a cercare soluzioni inedite o a cui non saresti arrivato, anche perché quando dedichi molto tempo all’arrangiamento ed alla produzione delle tue cose capita spesso di prendere delle strade che non ti lasciano intravederne altre, così spesso un soffio di tromba si porta dietro scenari sonori e nuove soluzioni inattese. Le persone che hanno arricchito questo lavoro sono amici incontrati negli anni, come Roberto Izzo e Stefano Cabrera dei Gnu Quartet agli archi, Giuliano Dottori e Roberto Angelini alle chitarre, Roby Nappi Calcagno alla tromba, il già citato Tarick1 o Senpai al charango e Cecilia Seminara, la moglie di Max, al violino…insomma persone con cui si prosegue e matura un rapporto umano traducendolo in suono…
- A&B -
Stai preparando qualche videoclip per uno delle nuove canzoni? So che per te la parte visuale è molto importante.
- Filo-Q –
Mentre ero a Londra con Max abbiamo incontrato il regista Maurizio Zappettini, già autore del clip di “E’ quasi e state” del primo disco ed ormai londinese di adozione, il quale si è innamorato di “Illumina”, il primo singolo tratto da questo lavoro, quindi approfittando dell’essere tutti quanti nello stesso luogo abbiamo trascorso una giornata a fare riprese, attualmente è in fase di montaggio e presto si potrà vedere in giro…ne sta venendo fuori un clip che bene sottolinea l’atmosfera onirica e surreale del brano, una sorta di fuga da noi stessi.
- A&B -
Ora torniamo a te. Stai preparando un tour per suonare dal vivo i nuovi brani? Cosa ci dobbiamo aspettare di nuovo dal tuo live act?
- Filo-Q –
Il tour vero e proprio partirà in autunno, quest’estate faremo un po’ di apparizioni mirate per festival con una line-up molto asciutta, con me sul palco ci saranno Max Morales al piano ed ai synth, già presente in tutta la lavorazione dell’album ed il nuovo entrato alla batteria Federico Branca, poi in alcune occasioni presenterò il lavoro da solo con un setup molto acustico. Il lavoro che abbiamo fatto per preparare lo spettacolo live è stato di sottrazione e sintesi, abbiamo cercato di tirare fuori l’anima di ogni brano…la sua essenza.
- A&B -
Tu pubblichi la tua musica con una piccola etichetta indie nostrana, la fiorentina Micropop. Da quando hai iniziato ad oggi, vedi particolarmente cambiato il mondo discografico nostrano?
- Filo-Q –
Con Tony Vivona della Micropop stiamo portando avanti da anni un rapporto bellissimo di reciproca stima e voglia di fare, la situazione intorno mi sembra sempre più complessa e da inventare, soprattutto se non si fa parte dei così detti “giri giusti”, ma vedo che di persone interessate a seguire un certo tipo di lavoro onesto ce ne sono ancora parecchie in giro, quindi senza fretta e nel mio piccolo cerco di portare avanti quello che so fare e di farlo il meglio possibile.
- A&B -
Bene Filippo, siamo giunti a conclusione anche stavolta. Congratulandomi ancora una volta con te per il tuo ottimo lavoro, ti lascio carta bianca per chiudere l’intervista.
- Filo-Q –
Un ringraziamento di cuore a voi nella speranza di trovarci al più presto assieme per parlare, approfondire e ascoltare tutte le cose ci piacciono e ci completano, come le persone devono fare.