Home Recensioni Album Gutgrinder - Maelstrom of a Blasted Paradox

Gutgrinder
Maelstrom of a Blasted Paradox

La scena metal colombiana si sta dimostrando prolifica specie per quanto riguarda i generi più estremi.

Non fanno eccezione i Gutgrinder, trio in attivo dal 2012, che, dopo aver sfornato due EP ("Lustland" e "Morbus Sanctum Flagellum"), ha brillantemente esordito nel 2017 con l’album "A Prophecy of Sacrilege".
Due anni dopo sono tornati alla ribalta con il disco "Maelstrom of a Blasted Paradox".
Vale la pena parlarne, sebbene siano passati diversi anni, perché nell’ambito death metal questo gruppo meriterebbe la giusta considerazione. 
Si tratta di uno stile che furoreggiava negli anni novanta, ma che sembra essere entrato in una fase di crisi creativa.
Grazie all’ottimo songwriting delle nove composizioni e ad un eccelso lavoro in fase di produzione (l’acustica è perfetta), "Maelstrom of a Blasted Paradox" è un lavoro di notevole levatura.
Pur non apportando nulla d’innovativo (non che importi molto, quando la musica è valida, come in questo caso), l'opera qui recensita ha sorpreso.
Siamo al cospetto di un death ruvido e becero, dai ritmi talvolta lenti e cavernosi, che pesca a piene mani dallo stile degli americani Obituary e dagli olandesi Sinister.
Ad eccellere è il brutale vocalism in growling di David Medina, in grado di reggere il confronto di singer del calibro di George Fisher o John Tardy. I riff brutali e aggressivi sciorinati dalla sei corde di Cuartas e una sezione ritmica di grande spessore, creano un quadro d’insieme del tutto convincente.
E' ipotizzabile che la pandemia abbia finito per penalizzare l’album e, probabilmente, anche la carriera dei Gutgrinder dato che negli ultimi quattro anni non hanno pubblicato nulla.
Sarebbe un peccato e l’augurio migliore che si possa far loro è quello di dare un seguito a "Maelstrom of a Blasted Paradox" che apporti ulteriori miglioramenti già evidenti rispetto a "A Prophecy of Sacrilege".
Sarebbe importante personalizzare la loro musica al fine di non dover essere per forza paragonati ai grandi maestri del death. Impresa improba, invero. Tuttavia, a giudicare da ciò che si è qui sentito, i tre colombiani potrebbero riuscirci.
Vedremo o, meglio, ascolteremo.

 

 

 


Saul Muriuel – Drums
Luis Cuartas – Guitars
David Medina – Vocals & Bass

Anno: Inserire 2019
Label: Inserire HateWorks
Genere: Death Metal

Tracklist:

01 – The Blaster Paradox
02 – Lodge of Assassin
03 – Enslavement
04 – Ritual
05 – Lord of Lewdness
06 – Charred Flesh
07 – Breeding the Abomination
08 – The Treason
09 – Merciless Punishment

 

 


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