Closer Than Skin è il quinto lavoro realizzato in studio dall'ex violinista dei King Crimson, Cross in seguito alla fuoriuscita dalla formazione di Larks’ Tongues In Aspic ha lavorato ai progetti Radius e Clearlight Orchestra prima di avviarsi nel 1989 ad una luminosa carriera solista che lo ha segnalato nel panorama musicale Britannico.
Il cammino compiuto con Memos From Purgatory e perfezionato con sempre maggior convinzione attraverso The Big Picture, Testing To Destruction, Exiles viene ancor più valorizzato da questo valido lavoro: David Cross, con l'ausilio di una formazione caratterizzata da non affermati ma ottimi musicisti, recupera le spinose partiture dei lavori dei King Crimson dell'era 1972-74 stornandone gli elementi più cerebrali e dando loro un'impronta più affilata e tagliente. A segnalare la continuazione tra quanto partorito nell'age d'or del progressive rock e il nuovo corso musicale intrapreso, possiamo assistere alle citazioni del riff di Larks’ Tongues In Aspic Part Two innestate in Awful Love e Tell Me Your Name, quasi a sottolineare la parte di assoluto rilievo ricoperta all’epoca al fianco di Fripp, Bruford, Wetton. Un altro fattore che testimonia la prosecuzione di quell'esperienza è costituito dalla scelta nella creazione dei testi di Richard Palmer-James, già artefice dei testi elaborati all’epoca da John Wetton; per quanto riguarda il resto, David Cross chiama accanto a sè Mick Paul, al basso dai tempi di Exiles e Paul Clark, alla chitarra. La già notevole foramazione è completata dal batterista Lloyd e da Arch Stanton, vocalist prescelto dopo una accuratissima selezione, la scelta è infatti di primo livello: possiede un timbro di voce estremamente potente, per molti versi analogo, almeno nelle tonalità più basse, a quello di Damian Wilson; Arch Stanton assicura anche un contributo di chitarra aggiuntiva indispensabile nelle performances live per sorreggere i funambolismi del notevole Clark. Un rifferama convincente e allegro si associa ad una mole ingente di melodia, valori sui quali David Cross introduce con intelligenza e moderazione le sue parti di violino impreziosite da misurati contributi di tastiere rifuggendo sempre dal rischio di strafare. Si tratta infatti di dieci tracce dal carattere articolato ma nel contempo orecchiabili, intendo non in senso radiofonico, ma grazie al prevalente senso melodico che le caratterizza, e a livello compositivo e strumentale ineccepibili: si potrebbe immaginare pensando ad una commistione tra la NWOBHM senza contaminazioni, diciamo pre 1983, i King Crimson degli ultimi due lavori, qualche elemento dei Cardiacs e di gruppi aggressivi quali gli Oceansize, il tutto fornisce un’idea complessiva ma esaustiva di cosa aspettarsi dall’ascolto di Closer Than Skin. Appena dopo la tenue intro dell’esordiente Are We One?, con adorabili influenze mediorientali, l’impatto sonoro si prolunga per almeno un’ora sino alla terminale e ansiogena Anybody, smussato appena da refrain dal ritmo quasi danzabile, è il caso di States Of Deception e da atmosfere intense come quelle disegnate da Only Fooling, davvero esaltante nella aggregazione di strumenti solisti, oppure sporcate dallo zolfo come per Valley Of The Kings, cimento oltraggioso a metà tra Metallica e Cardiacs. Radicate melodie si spargono su pezzi estremamente difformi tra loro quali Counting e Tell Me Your Name generando un distinguibile e pregevole elemento caratterizzante per un lavoro, Closer Than Skin, che risulta appagante e denso di ispirazione. 70/100
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David Cross: Violino Anno: 2005 Sul web: |