Un progetto interessante, come dimostra la qualità del debut album Ritus.
Il rumore del mare, un ossessivo e angosciante rintocco di tamburo, voci terrificanti, rumori lugubri e un inquietante ululato in sottofondo. E’ il preludio alla devastazione sonora posta alla base di Yetzer Hara. Il black metal più aggressivo assalta gli apparati auricolari dei malcapitati ascoltatori senza possibilità di fuga.
In Cruor Innocentia il furore raggiunge limiti a dir poco parossistici; la voce è stridula, acida e il drumming è indemoniato all’insegna del blast beat più cruento. Il climax è tenebroso, più rallentato dalla metà in poi, ma parimenti efficace.
Non c’è requiem e il brutale mid tempo di Possessionem ne è la conferma. Il brano riprende poi nella solita consolidata ritmica forsennata.
I Moleckh ci sanno fare e l’atmosfera delirante e malvagia della title track è una palese prova della loro bravura.
Vocare Pulvere inizia con lentezza, ma è solo l’ennesimo preludio al caos e alla cattiveria più becera.
La minacciosa Abyssus e la conclusiva Incubus, quasi “melodica” nel suo incedere a dir poco agghiacciante, chiudono un album all’insegna di un black metal in evoluzione che può essere definito a tutti gli effetti avanguardistico.
Unica pecca: la qualità della registrazione non completamente all’altezza.
Mi sorge un dubbio, però, ovvero che sia stata una loro decisione per ottenere un suono più marcio.
Chissà, tutto è possibile!

Dariusz Kubala – guitar, vocal (tibetan prayer drum, flutes & other weird instruments on Intro & Outro)
Sebastian Majka – guitar
Krystian Mazur – bass, vocal
Karl Leavey - drums

Anno: 2023
Label: Bent Windows Records
Genere: Black metal

Tracklist:

1. Yetzer Hara
2. Cruor Innocentia
3. Possessionem
4. Ritus
5. Vocare Pulvere
6. Abyssus
7. Incubus