Album piuttosto tranquillo, il nuovo dei Cult, contraddistinto da un canto morbido e da un sound tendenzialmente quieto, ricco di sonorità piuttosto eterogenee.
La musica è quasi ipnotica, comunque distensiva, pur lontana dall'essere orecchiabile. Siamo pertanto distanziati dall'hard rock graffiante profuso, tra gli altri, nell'iconico "Electric": più nel dettaglio, Ian Astbury si manifesta in termini di poeta dark rock, collocandosi quasi al di sopra delle chitarre Billy Duffy. Fanno chiaramente eccezione i brani "A Cut Inside" e "Give Me Mercy" ove, effettivamente, la compagine hard rock viene lambita (il primo richiama le magniloquenze di "Sonic Temple") e "Outer Of Heaven", ove un uso massiccio di sintetizzatori pare offrire, per qualche frangente, uno spaccato epico che lontanamente richiama gli stilemi di certo prog metal d'annata. Il tutto, è bene chiarirlo, in totale assenza di riff memorabili. Per il resto, "Knife Through Butterfly Heart" è contraddistinta da un'introduzione di piano e chitarra bossa nova (una cosa del tutto inedita per un gruppo del genere), "Under The Midnight Sun" si segnala quale ballata gradevole, sebbene ordinaria, "Vendetta X" è offuscata da sintetizzatori dominanti, "Mirror" e "Impermanence", infine, sono episodi prevedibili, anche se garbati, talché il loro ascolto si accetta agevolmente, pur limitatamente ad un paio di volte. Copertina anonima e durata dell'intera fatica discografica assi contenuta (e forse è un bene). In ogni caso, a coloro che dovessero avvicinarsi per la prima al gruppo, sono consigliabili i titoli storici sopra richiamati, di tutt'altro spessore. |
Vocals, Percussion – Ian Astbury Anno: 2022 |