Cosimo Bianciardi vanta trascorsi quale membro o collaboratore di Idra, Kaostributo, Le Mòn, Paolo Benvegnù. Dietro a quest'opera, lo si percepisce fin dal primo ascolto, si cela molto sacrificio e altrettanta caparbia ostinazione. Vi è collocata con mirabile capacità, una canzone d’autore che si dirige in varie direzioni, dall'indie al pop, con vaghe ascendenze prog e jazz. E' palese che costui ascolti di tutto talché, nel momento in cui egli esprime la sua arte, gli pare impossibile relegarla all'interno di confini ristretti. La cornice entro cui egli opera è piuttosto larga, meravigliosamente larga, direi. Il cantautorato odierno è francamente ammorbante, perennemente in confronto con gli esempi profusi da illustri personaggi negli anni '70 e '80, con risultati catastrofici. Questo cantautorato, invece, è esente da questa critica: ricco nella costruzione, prezioso nei testi, avvincente negli arrangiamenti, esprime qualcosa di interessante, richiamando ed elaborando lezioni impartite nel passato dai grandi interpreti italiani e, pur in misura più contenuta, dai complessi italiani della stagione progressiva. Pensare a questo connubio pare ardito ma è sufficiente, al riguardo, ricordare gli incontri tra De André e PFM o New Trolls, Branduardi e Banco del Mutuo Soccorso, Ullu e Perigeo, per fornire un corretto e sensato metro di paragone. Oltremodo convincente. Anno: 2019 Casa Discografica: Suburbansky Records Genere musicale: Rock, Cantautorale Band: |