Per chi non lo sapesse Ayreon è uno dei progetti musicali, o meglio la più rappresentativa tra le incarnazioni musicali dell'artista olandese che risponde al nome di Arjen Anthony Lucassen.
Artefice di una serie di progetti musicali denominati Ayreon, Star One, Ambeon, Guilt Machine, Gentle Storm, Stream Of Passion, oltre a quella solista a suo nome, Lucassen è uno dei principali protagonisti della musica prog-metal nord europea degli ultimi venti anni. Come da egli stesso proferito, ogni singolo progetto lo rappresenta nelle varie sfaccettature delle sue tendenze musicali: Star One per la parte più dura, Ayreon per quella più prog, Ambeon per quella più ambient, Gentle Storm per quella più folk e così via.
Tutti coloro che lo conoscono da tempo, sanno comunque bene che la matrice su cui si poggiano tutti questi progetti è il prog-metal melodico con ambientazioni fantastico-fantascientifiche-futuristiche, senza esclusioni di sorta. Ai suoi progetti, o come si usano definire negli ultimi anni "rock opera", hanno preso e continuano a prendere parte artisti del calibro di Russell Allen (Symphony X), James LaBrie (Dream Theater), Damian Wilson (Threshold, Headspace), Floor Jansen (Nightwish), senza dimenticare le passate collaborazioni con Daniel Gildenlow (Pain of salvation), Jorn Lande, Fish (Marillion), Bruce Dickinson (Iron Maiden), Ralf Sheepers (Primal Fear), Michael Romeo (Symphony X), Gary Wehrkamp (Shadow Gallery) e tanti altri che sarebbe impossibile citare tutti in questa sede, ai quali ora si è aggiunto anche, ma non solo, Tobias Sammet (Avantasia, Edguy), per la prima volta in una incisione full lenght di Lucassen (in passato era comparso solo in un suo EP).
La sua impostazione è talmente concept che buona parte dei suoi album, a causa della mole, sono suddivisi su due o più supporti fisici, così come lo sono stati gli ultimi cinque a nome Ayreon. Con questo The Source siamo quindi al sesto doppio album consecutivo e ancora una volta il concept è fantascientifico, tanto che sembra vagamente, anche nella copertina, richiamare la memoria al film Matrix, la visionaria opera dei fratelli (oramai sorelle) Wachowski. La storia portante è infatti ambientata indietro di qualche miliardo di anni, su un pianeta denominato Alpha nella galassia di Andromeda (per chi non lo trova sul navigatore, seconda stella a destra) dove i progenitori della razza umana si affidano volutamente alle macchine per risolvere i problemi evolutivi che li stanno mettendo a rischio estinzione: politica, ecologia, supremazie... le solite bazzecole insomma. Mai errore è stato più grave però, perché le macchine capiscono che il problema è la razza umana dominante, che va quindi annientata. Inizia così la fuga con inevitabili perdite e compromessi. Dal punto di vista musicale, tutti i progetti di Lucassen, per vari che siano, portano sempre con sé dei chiari marchi di fabbrica inconfondibili e onnipresenti: sonorità molto aperte, corpose, magniloquenti, dure e morbide allo stesso tempo; intenso ed intelligente utilizzo dell'elettronica; tante collaborazioni vocali e strumentali; strutture complesse, ma di impatto; Ed Warby. Il batterista Ed Warby (Gorefest, Elegy, Hail Of Bullets) è infatti l'unico elemento presente in tutti i progetti di Lucassen, tranne che nel disco Guilt Machine (nel quale il ruolo è invece ricoperto dalla vecchia conoscenza Chris Maitland dei Porcupine Tree) e nella band Stream of Passion.
La costante presenza di Warby non è un caso, ma una vera e propria necessità tecnica. Lucassen stesso ha infatti sempre esplicitamente dichiarato che con Ed ha sempre avuto un feeling particolare, dovuto alle sue eccellenti capacità tecniche, interpretative e di perfezionismo, che gli permettono di trovarsi in perfetta e istantanea sintonia con quelle che sono le imposizioni ritmiche delle sue composizioni. Essendo poi Lucassen l'unico autore, e di fatto esecutore, delle sue musiche, a meno di specifici passaggi o assoli destinati alle ospitate strumentali di cui sopra, è chiaro quanto sia importante un supporto ritmico immediato. Va comunque riconosciuto in Warby (non solo perché lo sostiene Lucassen) un batterista eccezionale come pochi, per tecnica, disciplina e precisione.
Anche in quest'ultima incisione, oltre al batterista, tutti i citati parametri sono comunque stati rispettati e oserei dire, forse fin troppo! Se uno qualsiasi dei fans di Lucassen avesse sentito involontariamente per la prima volta, anche solo in lontananza, qualche breve accenno dell'album, non avrebbe infatti faticato a riconoscere la firma dell'artista olandese. Come si può facilmente intuire, questa riconoscibilità è però in parte un bene ed in parte un male: un bene in quanto significa che l'album, come i precedenti, è di ottima qualità, di elevato spessore tecnico e di sicuro gradimento; un male perché troppo riconoscibile in quanto troppo simile ai suoi predecessori. Ebbene sì, buona parte dell'album è una riproposizione di quanto già ascoltato in passato. Riarrangiato, rivisitato, rielaborato, ma pur sempre una riproposizione. A titolo di esempio si provi a confrontare la prima traccia con "Sandrider" del primo Star One. Detta così potrebbe sembrare un pessimo album, ma niente affatto: È un gran bel disco!! L'unico errore che commette Lucassen è quello di non riuscire a scostarsi da quelli che sono i suoi percorsi musicali collaudati. Solo con Guilt Machine era riuscito con successo nell'impresa. Sia chiaro che nell'album ci sono anche nuove idee e nuovi spunti e non è per nulla una incisione noiosa, è solo che si percepiscono di frequente passaggi già sentiti.
Ascoltando tutta la sua discografia è comunque evidente il tentativo di porre l'ascoltatore di fronte ad un'unica immensa suite musicale che racconta un'epopea storica che si evolve di album in album, di cui questo The Source costituisce di fatto il prequel. Tra tutte le sue opere, quella che più preferisco, sotto tutti i punti di vista, è indubbiamente Into the electric castle, ma tutti gli album a seguire sono comunque belli, incluso questo The Source, a mio avviso probabilmente anche più di The human equation e di 01011001, in quanto più spigliato, movimentato e deciso. Tra tutte le sue opere a nome Ayreon, questa è infatti quella che ha più tratti in comune con il progetto Star One.
Lucassen è un artista dedito in tutto e per tutto alla sua passione. È un perfezionista come pochi. È un sognatore ed ha una personalità riservata ma intrigante. Ma soprattutto è dotato di grande umanità, umiltà, considerazione e rispetto verso i suoi fans e i suoi collaboratori. Tutte le sue opere, compreso questo The Source, sono curate nei minimi dettagli in maniera maniacale e sono puro godimento per la vista e l'udito. Non fosse altro che per l'artwork del supporto fisico, The Source è un disco che merita attenzione. Senza comunque stare ad esaltare le indiscusse ed indiscutibili doti degli artisti coinvolti, direi che il buon Lucassen ancora una volta non ha deluso le aspettative e l'acquisto è un must per tutti coloro che già lo hanno conosciuto in passato, ma anche per tutti quelli che si vogliono avvicinare per la prima volta al suo genio visionario. Il prossimo appuntamento con l'artista è quindi ora fissato a Settembre a Tilburg (Olanda), con il suo concerto Universe, i cui biglietti sono stati, e sono tuttora, monopolizzati subdolamente da uno (e uno solo) tra i siti-bagarini ufficiali in giro per la rete.
|
|
Cantanti: Russell Allen (The president) James LaBrie (The historian) Floor Jansen (The biologist) Tommy Rogers (The chemist) Simone Simons (The counselor) Mike Mills (TH-1) Hansi Kürsch (The astronomer) Michael Eriksen (The diplomat) Tobias Sammet (The captain) Nils K. Rue (The prophet) Zaher Zorgati (The preacher) Tommy Karevik (The opposition leader) Musicisti: Arjen Anthony Lucassen: electric and acoustic guitars, bass guitar, mandolin, synthesizers, Hammond, Solina Strings Ed Warby: drums Joost van den Broek: grand piano and electric piano Mark Kelly: synthesizer solo Maaike Peterse: cello Paul Gilbert: lead guitar Guthrie Govan: lead guitar Marcel Coenen: lead guitar Ben Mathot: violin Jeroen Goossens: wind instruments
Anno: 2017 Label: Mascot Theories Recordings Genere: Prog-metal
Tracklist Chronicle 1: The Frame 01. The Day That The World Breaks Down 02. Sea Of Machines 03. Everybody Dies
Chronicle 2: The Aligning Of The Ten 04. Star Of Sirrah 05. All That Was 06. Run! Apocalypse! Run! 07. Condemned To Live
Chronicle 3: The Transmigration 08. Aquatic Race 09. The Dream Dissolves 10. Deathcry Of A Race 11. Into The Ocean
Chronicle 4: The Rebirth 12. Bay Of Dreams 13. Planet Y Is Alive! 14. The Source Will Flow 15. Journey To Forever 16. The Human Compulsion 17. March Of The Machines
DVD special edition: interview, videoclips, behind the scenes 5.1 audio mix
Lucassen e Warby
|