Leggera e soffice, come una coltre di piume: è questa l'aria, malinconica ed eterea assieme, che si respira ascoltando le nove tracce strumentali di “Orpheus”, opera prima di Fabio Sirna. Basta una chitarra, al musicista varesino, usata come un pennello su una tavolozza di suoni elettronici, per accompagnarci in un viaggio, nei 45 minuti del disco, in bilico tra ricercatezza e pace interiore. Un viaggio che inizia lentissimo, con l'iniziale “ The memory of the Sea”, ancestrale quanto basta per addentrarci senza timore nei meandri del racconto del compositore.
Ci sono episodi più sostenuti, come “Garden of stone”, altri in cui la presenza di una batteria elettronica sporca forse eccessivamente tessiture altrimenti sognanti. I momenti migliori, quelli che più catturano la mente e la fanno galleggiare, sono quelli in cui Fabio si lascia andare, abbandonando virtuosismi e tessendo assieme suoni rarefatti. “December sun” è la summa di tutto questo e forse il punto da cui partire, assieme ad una copertina più ricercata e meno forviante, per i successivi lavori, per catturare l'attenzione e l'empatia di chi, di queste sonorità, non può farne a meno. Degne di nota le due tracce che chiudono l'album, le “guitar session” di “The memory of the Sea” e “Two become one”, che affascinano anche più delle originali.
Year: 2017 Autoprodotto Genere: strumentale/elettronico/ambient
Formazione: Fabio Sirna: chitarra, basso, synth, percussioni elettroniche
Track list:
1) The Memory Of The Sea2) Garden Of Stone 3) December Sun 4) Doppelganger Part 1 5) Ophidian 6) Doppelganger Part II 7) Two Became One 8) Learning 9) Maya 10) The Memory Of The Sea ( Guitar Session) 11) Two Become One ( Guitar Session)
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