Cosa succederebbe se i Gov't Mule e il jazzista John Scofield decidessero di calcare lo stesso palco? La risposta si cela all'interno di questo titolo.
Ad onor del vero, la suddetta collaborazione è cosa vecchia, risalendo al lontano 1999 quando i Gov’t Mule, all'epoca ancora in tre (Warren Haynes alla chitarra più il bassista Allen Woody e il batterista Matt Abts), suonarono per due esclusive serate in compagnia del citato jazzista e del tastierista Dan Matrazzo ad Atlanta, in Georgia. Tuttavia, la scomparsa del bassista dal Mulo vanificò l'uscita di materiale fonografico documentante quelle due serate. Nel 2015, a pochi giorni dal tour che il gruppo intraprenderà con Scofield (12 date in giro per gli States nei mesi di febbraio e marzo), i tempi sono maturi per ripescare quelle registrazioni e pubblicarle sottoforma di doppio cd e doppio vinile. La collaborazione sembra improbabile: da un lato i Gov't Mule, gruppo nato come side project della Allman Brothers Band che si dedica al southern, al blues rock, all'hard rock; dall'altro John Scofield, uno dei maggiori chitarristi jazz contemporanei che vanta collaborazioni, tra gli altri, con artisti del calibro di Miles Davis e Pat Metheny. Ma cosa c'entra l’eleganza e la raffinatezza jazz-fusion di Scofield con la ruvidità dei Gov’t Mule? Apparentemente nulla. Nondimeno, gli Sco-Mule, come sono stati improvvidamente ribattezzati, "esordiscono" con un album che ha una sua ratio interiore e una credibilità di fondo difficile da mettere in discussione. Non a caso, sia Scofield che i Mule hanno più volte palesato intenti tesi alla contaminazione (il primo collaborando, tra gli altri, con Medeski, Martin & Wood, Phil Lesh; i secondi riproducendo musiche appartenenti ad altri generi musicali, come le cover dei Pink Floyd o gli arrangiamenti in chiave reggae). Senza contare che una certa propensione del gruppo all'improvvisazione faceva ben intuire il successo di una collaborazione con un chitarrista che naviga in un ambiente, quello jazz, che fa dell'improvvisazione il suo principale scopo. Detto questo, dopo aver bocciato le due recenti uscite del gruppo (proprio i due dischi dedicati ai Floyd e al reggae), questo Sco-Mule è ampiamente promosso, non fosse altro per il contrasto interessante che due chitarristi così diversi tra loro riescono a creare con apparente disinvoltura. Assoli intrecciati, variazioni funky-soul e squarci blues sono l'essenza di questo inusuale lavoro. Vi sono raccolte composizioni estratte dalla discografia dei Mule nonché della Allman Brothers Band ("Kind of Bird" e "Devil Like It Slow"), ma anche estratti da compagini più squisitamente jazz ("Tom Thumb" di Wayne Shorter e "Afro Blue" resa famosa da John Coltrane), funky ("Doin’ it to Death" e "Pass The Peas" già proposte da James Brown), non mancando testimonianze a firma del neonato sodalizio ("Sco-Mule"). Blues, Southern Rock, Hard Rock, Psych e Jazz sono i molteplici ingredienti di questo progetto che, si spera - considerando anche la recente e apprezzata rinascita del magnifico sodalizio - ci regali un capitolo secondo. Peccato soltanto che il vinile - come purtroppo di consueto, quando si parla del Mulo - sia deficitario di alcuni pezzi, pubblicati invece nel cd. Voto: 90/100 |
Warren Haynes: Chitarra Anno: 2015
CD EDITION Disc 2 VINYL EDITION LP2
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