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Yes
Fly From Here

Gli Yes, incredibili, intramontabili, inossidabili Yes, una carriera infinita e lunga come la lista di coloro che possono affermare di aver suonato almeno per una volta negli Yes. Ed anche per questo nuovo album, il ... non-ho-neanche-voglia-di-contarli-tutti-esimo è inutile dire che la line-up è "nuova" ma questa volta l'assenza è di quelle "pesanti", di quelle che si sentono, solo una volta infatti in precedenza Jon Anderson era risultato assente, nel 1980, anno di Drama, sostituito quella volta dal Buggle Trevor Horn, con l'altro Buggle Geoff Downess alle tastiere, la cosa si ripete in parte anche questa volta con nuovamente Downess a prendere il posto della famiglia Wakeman e con Trevor Horn in veste di guest in qualche brano ma sopratutto in qualità di produttore. Alla voce c'è la "scoperta" di Chris Squire, quel Benoit David, singer canadese della cover band Close To The Edge, che leggenda vuole scovato dal bassista britannico girovagando su Youtube.

Fly From Here è il risultato di questo nuovo amalgama, un risultato che, così come in Drama, mostra chiare le mani di Trevor Horn con sonorità ed idee compositive, che parecchio richiamano all'album di Machine Messiah, Does It Really Happen e Tempus Fugit, un album questo Fly From Here il cui chiaro intento è quello di riproporre una band che cerca di "allontanarsi" dagli ultimi non proprio esaltanti capitoli (Magnification) cercando di rinverdire gli antichi fasti, riproponendo un sound di derivazione anni '70. La cosa riesce solo in parte, sia per una oggettiva carenza di idee nuove in fase di composizione, sia perchè Benoit David, pur bravo e molto ben calato nella parte non è Jon Anderson ed infine perchè con tutta la buona volontà Geoff Downes non è che la sbiadita controfigura di Rick Wakeman. Ciò non toglie che comunque Fly From Here sia probabilmente la migliore cosa espressa dalla band inglese dai tempi di 90125, la suite omonima che apre il disco con i suoi 20 minuti abbondanti, pur risultando distante anni luce da capolavori assoluti come Close To The Edge, Starship Trooper o The Gates Of Delirium, ha un suo perchè ed una sua onesta e rispettosa dignità ed in tempi di magra può anche rivelarsi un pezzo più che valido, poco altro resta di questo album se non da segnalare la solita grande prova di Chris Squire e Steve Howe, quanto di musicalmente buono c'è su Fly From Here esce dagli strumenti di questi due autentici signori del Progressive Rock.

Riportato ai giorni nostri siamo in presenza di un disco che si potrebbe considerare discreto ma un disco degli Yes deve gioco forza confrontarsi con l'ingombrante passato della band e questo passato è un fardello troppo pesante per gli Yes odierni e per questo album in particolare per cui, anche facendo la tara del passato resta si un lavoro onesto e dignitoso, sicuramente meritevole di sincera considerazione, ma non siamo certo in presenza di un capolavoro e quindi esso non va più in la di una piena e rotonda sufficienza ma niente di più.

66/100


Chris Squire: Basso, cori
Steve Howe: Chitarra, cori
Alan White: Batteria
Geoff Downes: Tastiere
Benoit David: Voce
Trevor Horn: Voce

Anno: 2011
Label: Frontiers
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. Fly From Here - Overture
02. Fly From Here - Pt I - We Can Fly
03. Fly From Here - Pt II - Sad Night At The Airfield
04. Fly From Here - Pt III - Madman At The Screens
05. Fly From Here - Pt IV - Bumpy Ride
06. Fly From Here - Pt V - We Can Fly (reprise)
07. The Man You Always Wanted Me To Be
08. Life On A Film Set
09. Hour Of Need
10. Solitaire
11. Into The Storm

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