Scritto da Fabio "Stanley" Cusano Venerdì 11 Febbraio 2011 21:11 Letto : 2817 volte
Le coordinate musicali non si discostano di netto dal diretto e ormai lontano predecessore, solo che questi anni di silenzio ha maturato nei Justine Dusk una vena melodica ancora più accentuata e completa, riscontrabile già nell'opener "Cover Up", che alterna strofe cupe a un ritornello antemico dove le chitarre alzano un muro sonoro indistruttibile. Smussati quindi certi angoli della loro proposta, alcuni refrain si fanno più accattivanti e ruffiani, anche il cantato in inglese (abbandonata quindi per il momento l'alternanza con quello in italiano) sembra essere più convincente ed il songwriting più completo e ricco di sfumature: non vi stupite quindi di ascoltare cromature soniche vicine a certi Foo Fighters in brani come "Your Enemies", ma già in episodi come "Eve" riaffiorano quelle atmosfere dense di tensione e carica emotiva figlia degli A Perfect Circle. "Green Man of Needless", forse il più bello dei 9 brani della raccolta sembra radunare a se tutte le anime della band, fatte di complesse architetture chitarristiche e di una linea vocale cupa e convincente che non disdegna però un ritornello ad alto tasso di accessibilità; "Lovers" stempera gli animi per 4 minuti e mezzo ma per poco, dato che la successiva "To Forget You" torna sui territori battuti precedentemente, sospesa in un limbo di melodico hardcore e metal. Difficile stabilire se si possono giustificare tutti questi di anni di attesa con un disco come Looking For The Sea, che è a conti fatti un buon album che si apre a ventaglio su molti generi, sta di fatto che i Justin Dusk hanno sicuramente migliorato e meglio messo a fuoco la propria musicalità, riuscendo a sfornare 9 canzoni senza stonature di sorta o inutili esercizi di stile. Ridimensionate le attese e le aspettative, non si può far altro che gustarci questo piacevolissimo lavoro. 75/100
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Marco: Voce e chitarra Anno: 2011 |