Il quinto album in studio de Il Bacio della Medusa naviga immancabilmente in acque prog, in un alveo tematico interamente incentrato sulla figura di Imilla, pseudonimo della tedesca Monika Ertl, combattente della milizia boliviana negli anni '60 e '70. I nove brani che compongono questo concept-album propongono un campionario sonoro piuttosto variegato ed eterogeneo che, partendo da una solida tradizione progressiva peninsulare, segnatamente attribuibile ai New Trolls più sferzanti ("Zio Klaus", "Amburgo 1 Aprile 71"), innesta stralci sonori attinti dalla più estesa e migliore tradizione anglossasone: dai Jethro Tull più pastorali ("Colt Cobra 38 Special"), all'aspra durezza dei primi Colosseum ("La Dolorida", "Ho Visto gli Occhi di Inti Virare a Nero"), passando per la trasversale attitudine infarcita di vaghe soluzioni jazz tipica dei primi Van Der Graaf Generator ("Senior Service"). Con riguardo alle ultime due band citate, va certamente segnalato quanto profuso al sax da Eva Morelli, in grado di spaziare dalla granicità estetica espressa da Dick Heckstall-Smith, all'estro stravagante del David Jackson più istrionico. Talvolta la band perugina esprime una orgogliosa spavalderia estetica, circostanza che, più che tradire mera presunzione, testimonia una genuina sicurezza interiore, puntuale testimonianza di una competenza maturata in circa vent'anni di onorata carriera. Echi zappiani, ad esempio, condiscono "Un Visto per la Bolivia" (la sua collocazione come brano di apertura rimane comunque una scelta infelice, giacché rischia di fuorviare l'ascoltatore in ordine ai contenuti dell'album), mentre in "Dentro Monika Qualcosa Non Va" viene coniugata in maniera ardita una certa attitudine folk con vaghi elementi reggae, un connubio quasi sghembo nella sua inusuale e fin troppo stravagante direzione, che comunque è in grado di esercitare un magnetico e suadente ascendente. In conclusione, il quintetto umbro riesce con questo nuovo lavoro a sviluppare ad oltranza la formula più diretta e sferzante del prog di chiara matrice settantiana ed europea, proponendo una stratificata commistione di stili ed influenze che, certamente ardita, talvolta finanche bizzarra, non appare mai gratuita o prevedibile nella sua inconsueta capacità espressiva. |
Simone Cecchini - voce, chitarra, kazoo, cori Anno: 2023 tracklist |