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Nonostante il suo interesse apparentemente infinito per tutte le esperienze musicali, la struttura dell'ultimo lavoro di
David Sylvian:
Snow Borne Sorrow mostra una consistenza e una coesione sorprendente nell'insieme.
Nine Horses:
Snow Borne Sorrow è un ritorno al territorio pop sperimentato con successo in
Dead Bees On A Cake del 1999. Per l'occasione riunisce accanto a lui il drummer, fratello ed alunno
Steve Jansen dei
Japan. Ma persino
Sylvian nel suo apparentemente più accessibile lavoro è in grado di riempire di suoni e di sorprese strutturali le tracce che evitano il disagio del prevedibile. Come per
Dead Bees, la scrittura su
Nine Horses si appoggia, a volte in maniera spiazzante, ai timbri più soffici del suono di concerto con le scarne parti vocali di
Sylvian. I suoni organici sono mescolati con i programmi provati per generare le strutture orchestrali ricche che variano da traccia a traccia.
“Wonderful World” ruota atorno al doppio basso robusto di
Keith Lowe e al soave swing in 9/8 di
Jansen, con campioni assortiti della tastiera e della chitarra, mentre il tono quasi fanciullesco della svedese
Stina Nordensam si contrappone con efficacia al tono caloroso di
Sylvian.
Stina Nordensam è, infatti, solo uno di un ampio numero di artisti scandinavi che
Sylvian arruola per
Nine Horses. Il più conosciuto è senza dubbio il trombettista norvegese
Arve Henriksen, il cui shakuhachi giapponese è usato ad effetto in
“Darkest Birds" che si alterna fra i versi più morbidi ed un coro guidato da chitarre distorte. In
“Snow Borne Sorrow” si fluttua insieme alla chitarra acustica, alla tromba ed al suono del basso. È l'attenzione dello stesso
Sylvian ai particolari sonori più minuti che colpisce e la sua capacità anche quando ricorre alle scelte del suono più convenzionali a creare spostamenti ritmici estremamente convincenti come in
“The Day the Earth Stole Heaven”. Con tutte le articolate implicazioni del lavoro in studio, credo sia improbabile che molto di
Nine Horses possa essere riproposto efficacemente dal vivo. Le sue strutture intriganti e le sue combinazioni del suono lo rendono, tuttavia, una conferma di quanto di buono è stato realizzato sino a qui da
David Sylvian.
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David Sylvian: keyboards, guitar, vocals Steve Jansen: sample programming, drums, percussion, keyboards Keith Lowe: double bass (1), bass guitar (2, 5, 7, 9) Arve Henriksen: trumpet (1, 4, 6) Stina Nordensam: vocals (1) Burnt Friedman: keyboards, editing, drum programming, sequencing, toy piano, programming, MS 20 synthesizer, vocoder, editing, sequenced loops, pan on (3, 5, 7, 8, 9) Neal Sutherland: bass guitar (3) Riff Pike III: electric guitar (3) Morten Gronvad: vibraphone (3, 5, 7, 9) Carsten Skov: vibraphone (3) Hayden Chisholm: clarinet on (3, 7, 8, 9), saxophone (5, 7) Thomas Hass: 1st saxophone solo (3), saxophone on (7) Theo Travis: 2nd saxophone solo (3), flute, saxophone solos (5) Marcina Arnold: backing vocals (3) Eska G. Mtungwazi: backing vocals (3) Ryuichi Sakamoto: piano, piano treatments (4, 6) Tommy Blaize: backing vocals (4, 7, 8) Derek Green: (4) Beverlei Brown: backing vocals (4, 7, 8) Andrea Grant: backing vocals (4) Tom Motzer: electric guitar (5, 8, 9), acoustic guitar (7) Tim Eisenberg: additional guitar (5) Joseph Suchy: electric guitar (7) Daniel Schroeter: bass guitar (8)
Anno: 2005 Label: Samadhi Sound Genere: Avantgarde
Tracklist: 01.Wonderful World 02.Darkest Birds 03.The Banality Of Evil 04.Atom And Cell 05.A History Of Holes 06.Snow Borne Sorrow 07.The Day The Earth Stole Heaven 08.Serotonin 09.The Librarian
   

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