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Grandmother Safari
Grandmother Safari

Sin dal primo impatto il disco d'esordio della band sarda colpisce per l'aspetto sperimentale, anche un po' folle, che ha permesso di creare una cornucopia di suoni e generi diversi tra loro a formare una miscela di sensazioni che si esaltano proprio nel loro imprevedibie incontro. Rock, jazz, ritmo, psichedelia, ballad, armonie, dissonanze ... tutti insieme per provare a creare un nuovo modo di fare musica.
Non che la contaminazione sia un sentiero poco percorso in ambito musicale, ma l'approccio della band rivela una sistematicità nella ricerca di fusione che talvolta risulta persino troppo accentuata. E con una premessa di questo tipo potrete capire come non me la sento di pronunciare la parola "genere musicale", ma semmai di "gusto" ed "emozione".

Il disco è caratterizzato da un gusto della costruzione armonica bustrofedica, dove non solo i ritornelli si alternano ai temi principali ma anche gli stili si rincorrono a formare il brano. Una forma canzone diversa che permette alle varie sezioni della band di lanciarsi l'un l'altra nelle varie fasi, alternando (o altalenando) ritmi e strumenti in primo piano, e con loro stilemi singolarmente riconoscibili ma di improbabile sequenza.
Piano, chitarra, fiati, sintetizzatori, batteria che si mescolano seguendo le logiche matematiche di una partitura che oltre alla combinazione delle 7 note possiede un ordinato mosaico di approcci musicali diversi. Un gusto che richiama le sperimentazioni delle band anni '70 quando rock, jazz e classica si sono incontrati per cercare di fare un po' di strada insieme.
I brani, quasi tutti strumentali, offrono una panoramica estraniante e richiedono un ascolto(ed un giudizio) su diversi livelli. "A life show" parte con un'atmosfera rarefatta, alla Sigur Ros per intenderci, per poi collegare l'unico elemento dissonante (il basso) in un'evoluzione ritmica psichedelica in un crescendo continuo. "Seed Balls" vaga invece con un effetto di richiami ricorrenti tra atmosfere intimiste ed atmosfere jazz, sequenze progressive e squarci pop.
Interessante anche la successiva "Love geometry" dove l'insieme degli strumenti a fiato si combina sorprendentemente bene con una voce evocativa, quasi funky. "Duina" invece crea atmosfere "afro" e fusion mentre con "Acid Milk " e "GMS" ritornano le impronte rock-fusion con momenti di ossessiva ritmica ed aperture delicate ed ariose.
Un mix di esperienze combinate, una musica con sequenze di suoni che si rincorrono e si ritrovano in punti inaspettati, in "stanze diverse" e poco frequentate ... come se qualcuno avesse preso centinaia di spartiti diversi e dopo averli ritagliati li abbia riassemblati a formare ulteriori e diverse partiture. Una musica che sai come parte ma non sai mai come finirà ... e questo  è il suo bello.

Tracklist
01. A Life Show
02. Seed Balls
03. Love Geometry
04. Dunia
05. Sand Bells
06. Acid Milk
07. Lines And Circles
08. GMS

Formazione
Daniele Arca: batteria
Mario Mereu: piano Rhodes, synth
Omar Congiu: chitarre, voce
Federico Mainardi: basso
Alessandro Colarossi: tromba, synth
Alessandra Calaresu: sax alto

 


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