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Graal
Realm Of Fantasy

Particolarmente prolifici, i romani Graal ci deliziano con una serie di uscite, non solo discografiche, veramente accattivanti, peraltro a distanza di poco più di un anno dalla pubblicazione del terzo album, “Legends Never Die”, per mano della genovese Blood Rock Records. 
La prima iniziativia, legata al mondo editoriale, riguarda il leader della band, Andrea Ciccomartino, autore di “Anni di Metallo - Oltre un decennio di Heavy Metal a Roma”, volume di raro spessore nel quale viene tratteggiata la scena hard & heavy della capitale nel corso di tutti gli anni ’80 e l’inizio dei ‘90 (recensione completa qui: www.artistsandbands.org/ver2/index.php?option=com_content&view=article&id=5126:anni-di-metallo-oltre-un-decennio-di-heavy-metal-a-roma&catid=36:biografie&Itemid=109).

La seconda, vede il quintetto apparire nella compilation “Night 100”, edita in vinile e in tiratura limitata dalla label Night Of The Vinyl Dead. Assieme a band internazionali quali Anger Cell, Korpikuusen Kyynel, Hell Inc., Daylight Misery, Torture Garden, Seide, Kouzin Bedlam, Moon Loop, White Dwarf, il combo capitolino compare con l'inedito “Revenge”, registrato nei prestigiosi 3 Fates Rec Studio (di proprietà della storica prog band Ezra Winston), peraltro già ampiamente frequentati due anni fa dal bassista e dal cantante degli stessi Graal in occasione delle registrazioni di “Cloister Graveyard In The Snow”, esordio discografico degli Anno Mundi (recensioni qui: www.artistsandbands.org/ver2/articoli/generi-musicali/recensioni/recensioni-album/2382-anno-mundi-cloister-graveyard-in-the-snow).

Tuttavia, esercita certamente maggiore interesse la ristampa del primo vinile della band, originariamente edito nel 2005 in soli 200 esemplari, oggi esauritissimi, già venduti nel mercato del collezionismo vinilico a prezzi oltremodo proibitivi. La già citata Blood Rock Records ha appena pubblicato quest'opera di spessore in doppio vinile limitato a 300 copie, vestendendolo di un nuovo art-work e arricchendolo di un lato d) completamente inedito. Orbene, parlando del materiale già edito, mi limito a riproporre quanto da me già profuso in merito, a favore della nota rivista Paperlate.

Il gruppo sembra narrare di gesta eroiche, di iniziative cavalleresche, di imprese mitiche attinte dagli scenari boscosi e innevati dell’Europa centrale. Mi concentro un poco ma non riesco proprio a definire lo strano stile musicale che ascolto: mi sembra che oscilli tra il metal epico e l’hard rock più grintoso con reiterate punte di romanticismo e, a tratti, con riferimenti acustici di stampo intimista. Su una struttura di stampo NWOBM, il gruppo cita (ma non saccheggia) le epiche sonorità dei primi Rainbow, alcune andature lente e cupe degli esordienti Maiden, incastrandovi intelligenti parentesi acustiche di stampo celtico, peraltro argutamente dosate, sia nella durata (sempre sapientemente contenuta), sia nella collocazione (ora prima di un riff azzeccato, ora di un crescendo energico). Ma non è finita: ad ascoltarlo bene, questo lavoro propone anche stralci oscuri dei Sabbath più doom, vocalizzi acuti molto vicini agli Uriah Heep d’annata, riff asciutti che paiono rubati dagli archivi della Vertigo dei primi anni ’70.

L’avrete capito: quest’opera parla un linguaggio conosciuto e amichevole ma, nell’ascoltarlo, non vi riscontrerete mai espressioni scontate, non denuncerete mai una carenza di novità, non vi parrà mai di ascoltare del già sentito: vi sembrerà, per farla breve, che una vecchia gloria del passato si riaffermi sul mercato con un album azzeccato, giusto, onesto. Dulcis in fundo – e qui si arriva a capire cosa ci azzecchi un gruppo del genere con Paperlate – ogni brano non incede mai nella stessa melodia, non ripete mai lo stesso riff, non ripropone mai i medesimi modelli. Ciò ha un solo significato: l’opera è perfettamente inserita in un contesto progressive perché i brani sono in continua evoluzione, mai replicati, sempre cangianti e multicolore.

Tornando ai giorni nostri - e concentrandosi sulle differenze tra le due edizioni - va detto che nella più recente uscita mancano i brani “Spiders” e “The Last And The First”, mentre sono state tolte tutte le introduzioni acustiche già presenti in “Still Of Night”, “Demon's Dancer” e “Crash of Still”. Tutto ciò, evidentemente, per far posto a tre brani mai pubblicati in precedenza. Il primo, “Under the Moon”, proposto dalla più recente incarnazione della band, è un gioiellino di stampo squisitamente folk che vede la presenza di Massimo Alimandi al flauto, già ospite nel citato terzo album. Le vere chicche della ristampa, tuttavia, sono le due cover registrate dal vivo il 10 aprile del 2005, presso il Jailbreak di Roma: una versione decisamente hendrixiana di “Hey Joe”, classico di Billy Roberts, e “Moby Dick”, di zeppeliniana memoria, entrambe eseguite con l'ausilio di ospiti di lusso quali Rodolfo Maltese e Pierluigi Calderoni del Banco del Mutuo Soccorso.

Questa tracklist accattivante è sublimata da una grafica completamente rinnovata che include inserto e copertina gatefold. Va da sé che le differenze formali e sostanziali delle due edizioni rendono queste ultime complementari tra loro, talchè anche il collezionista meno esigente non potrà fare a meno di procurarsele entrambi.

88/100



Andrea Ciccomartino: Voce, chitarra ritmica ed acustica
Michele Raspanti: Basso
Francesco Zagarese: Chiarra solista ed acustica
Danilo Petrelli: Tastiere
Fabio Pugliese: Batteria (2005)
Alex Giuliani: Batteria (2013)

Special Guest:
Rodolfo Maltese: Chitarra
Pierluigi Calderoni: Batteria
Massimo Alimandi: Flauto
Fulvio Bernacchia: Chitarra
Maurizio Bisceglie: Chitarra
Luciano Di Girolamo: Voce

Anno: 2013
Label: Blood Rock Records
Genere: Hard Rock

Tracklist:
01. Water For A Dead Man
02. The Crown
03. Realm Of Fantasy
04. Born To Go
05. Crash Of Steel
06. World Of King
07. Demon's Dancer
08. Still Of Night
09. Under The Moon (Unreleased)
10. Hey Joe (Live)
11. Moby Dick (Live)

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