Adrian Belew è stato abbastanza occupato recentemente. Dapprima un altro lavoro con l'altro suo gruppo, The Bears; poi questo Side One che anticipa altri due lavori: Side Two e Side Three previsto per il mese di aprile. Con Belew suonano due pezzi da novanta: Danny Carey (Tool) ai tamburi e Les Claypool (Primus) al basso.
Belew sintetizza perfettamente la sua definizione di "power trio" nelle prime tre tracce dell'album: “Ampersand”, “Writing on the Wall” e “Matchless Man". “Ampersand” si apre con un Belew originalissimo nelle tracce armoniche. Carey offre un incalzante tessuto di rulli mentre Belew canta “Tools I use at hand/alliteration, irony, pathetic fallacy, ampersand.” Una parte interessante anche se la struttura del pezzo non cambia molto nei quattro minuti circa di durata. "Writing on the wall" porta in superficie le memorie del re Cremisi degli anni 80 con i relativi bizzarri e stravaganti (nonchè originali) ritmi percussivi e chitarristici ugualmente sperimentatori e maniacali. La canzone ha soltanto un refrain , “I see the writing on the wall,” che Belew ripete reiteratamente durante il pezzo. La parte finale di “Matchless Man”, mi ricorda alcuni dei cimenti più calmi di Thrak e Power To Believe dei King Crimson. Carey suona le tablas mentre Claypool traccia una linea del basso intrigante. Per tutto il resto dell'album, Belew si cimenta in tutti gli strumenti, eccetto per alcune parti di chitarra su “Madness” e “Pause.” Si applica nelle parti strumentali sfoderando un basso solido. Gli echi cremisi degli anni 80 riaffiorano in “Walk Around The World” con il relativo reiterato tratto chitarristico. La prima parte della pista contiene elementi marcati di basso e batteria che anticipano l'esplosione della chitarra di Belew. Segue la strumentale “Beat Box Guitar” (candidata ai Grammy Awards!) una sorta di prova "ethnic/industrial". Un tema interessante e quasi cinematico del basso e della chitarra colorisce il pezzo mentre Belew ancora una volta mostra gusto e tecnica multi-strumentale. Il riassunto ipnotico di “Under The Radar” conduce alle atmosfere del drummer Crimson, Ian Wallace, fornendo un'introduzione parlata a “Elephants”, un'altra, in una linea lunga, delle arie nelle quali Belew mostra il suo interesse per la fauna selvatica e per i suoni selvaggi. I suoni sdoppiati della chitarra evidenziano questa canzone con un ritmo pesante che spinge verso l'esterno. “Pause” conclude Side One con rumori ambientali e percussione bruscamente interrotte. Chitarre disgiunte chiudono il pezzo. Alcune delle pitture di Belew sono servite da illustrazione per la cover dell'album. Nelle note del booklet, dichiara che dovremo attendere fino a Side Two per capire che cosa significano. Siamo ansiosi. |
Adrian Belew: Voce, chitarra, altri strumenti Peter Hyrka: Violino Gary Lee Tussing: Violoncello Les Claypool: Basso Danny Carey: Batteria, percussioni Anno: 2005 Sul web: |