Headquakes, band in circolo dal 2003, nasce da un’idea del chitarrista Matteo Corona e dal cantante Giovanni Venier.
Il gruppo può già vantarsi di un paio di lavori alle spalle, un ep e un cd, tra gli anni 2007 e 2008. Successivamente un periodo di disordini con la precedente etichetta porta alla dispersione totale della vecchia formazione. Ma i due fondatori non demordono, e continuano a suonare insieme e comporre i loro brani, facendo rinascere il gruppo nel 2010 con una nuova line-up, realizzando il loro secondo CD: Fallout Diaries. Come da titolo, l’intero album ruota attorno al disastro nucleare, potenzialmente catastrofico, annunciato dalla voce rassegnata nel pezzo introduttivo "Vacuum": il mondo è ormai destinato ad essere sommerso da uno scenario apocalittico e il suo futuro sembra esser segnato dalla desolazione. Un lavoro che spazia dal thrash metal, al prog, al power metal, in cui un’atmosfera afflitta e cupa è molto ben tessuta lungo tutto il cd degli Headquakes, che riescono ad attingere a questi molteplici generi metal già passati da qualche decennio, sì, con un suond decisamente moderno, ma senza riuscire, però, a staccarsi definitivamente da quei cliché che definiscono la canzone metal classica, che ha ormai raccontato tutto quello che c’era da raccontare in passato. La voce di Giovanni Venier, pulita e decisa, rende bene l’idea, e ci comunica tutta la sua afflizione per lo scenario sopra descritto, sia in ritornelli enfatici e declamati che ritroviamo in pezzi come "Come With Me (...if You Wanna Live)" e "Follout", a mio parere tra i più riusciti dell’album, ma anche in parti più aggressive come in "Prophet Of The Century". Intrecci di chitarre soliste poco ispirate che richiederebbero un tocco di personalità in più, si alternano a riffing che accompagnano la voce assiduamente con tempi incalzanti, capaci di alimentare l’atmosfera drammatica di fondo, ma che tendono talvolta ad assomigliarsi ritmicamente e rischiano quindi di arrecare un tocco di monotonia al tutto. In conclusione, un lavoro di qualità sonora molto buona per i giovani friulani, che hanno saputo riesumare un mix di generi trito e ritrito, ma che potrebbero regalarci un tocco di modernità in più nei loro prossimi lavori. 63/100
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Giovanni "Scoot" Venier: Voce Anno: 2011 |