Se il sottoscritto fosse in vena di scherzi proverebbe seriamente a recensire questo disco. Di recente il singer James La Brie ha dichiarato di essere in grado di poter collocare un disco dei Dream Theater all’interno della propria produzione solo ad un anno dalla sua uscita. Mi verrebbe da chiedergli sulla base di quali criteri riesce a considerare un disco migliore di un altro. La verità è che un disco dei Dream Theater può essere recensito soltanto dai Dream Theater.
Io non sono altro che un miserabile scribacchino che può raccontare o al massimo descrivere quanto ha provato ascoltando questo nuovo imperdibile disco. Systematic Chaos si compone di otto brani uno più bello dell’altro, espressivi come lo sarà il volto dei loro puntuali detrattori che ormai saranno agonizzanti dalla stanchezza nonché trafitti da una lama fatta di accordi e di scale che sono ben altro che una banale messa in mostra di grandi virtuosismi bensì una prova della capacità di spingersi ancora oltre, finalizzando la propria classe a quando di più bello si sia probabilmente potuto sentire in questo strano 2007. I Dream Theater sono come un vino che diviene buono quanto più invecchia e anche se non voglio con questo accostarli a quello che erano negli anni ’90, continuano a regalarci delle emozioni attraverso l’arte del saper parlare poco. Suonano brani ispirati, (ovviamente) tecnici e particolarmente soggetti ad innumerevoli spunti creativi. Il resto delle considerazioni le lascio fare a voi ascoltatori, poiché mi riesce davvero impossibile sostituirmi ai vostri cervelli nel momento in cui lo lascerete danzare sulle note di questo Systematic Chaos. Incredibile come la sincerità che mi ha ispirato verso una descrizione così prettamente qualitativa, cosa della quale mi scuso nella speranza di essere perdonato. Ovviamente solo una volta che mi avrete dato ragione 85/100
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James LaBrie: Voce Anno: 2007 |