CCCP, Elio, Max Gazzè, De Andrè, Area, Yes, Pink Floyd, Rock, Prog, Heavy, Punk e possiamo continuare ... parrebbe che si stia solo elencando una monumentale accozzaglia di generi musicali e riferimenti artistici, magari buttati un pò li a caso o usati da qualche giovane band solo per darsi un tono musicalmente importante o culturalmente impegnato ed invece no, i nomi ed i generi che ho citato sono solo alcune delle sensazioni, delle emozioni che con una naturalezza disarmante gli Unidentified Noisy Object regalano in questo loro nuovo album intitolato Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra, ovvero il declino del capitalismo reale. Senza dubbio, questo è uno dei migliori album italiani con cantato in italiano, di quest'anno e in assoluto raramente mi è capitato di dover "valutare" un disco così ricco, così intenso, così coinvolgente, sia musicalmente che liricamente ed emotivamente e sopratutto un disco che sia stato capace di suscitare fin da subito un sentimento di "simpatia", di "attrazione", di rispetto e di invito al riascolto necessariamente accompagnato dal libretto con i testi, strumento indispensabile per usufruire appieno di questo lavoro. 60 minuti di magia attraverso territori musicali tanto diversi quanto rigorosamente ben interpretati ed arrangiati ma sopratutto 60 minuti di impegno civile e politico, di invito al pensiero ed alla riflessione, in particolare grazie a testi semplici nella costruzione ma articolati e ricchi nella sostanza e ad un uso elegante e sapiente delle numerose citazioni ed inserti audio d'epoca che arricchiscono ed illustrano in maniera originale i vari momenti del racconto che è Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra; si perchè la costruzione lirica dei brani di buona parte del disco è quella del racconto, della narrazione di un singolo fatto, di un episodio o di un intero periodo storico. Racconti che hanno connotazione politica, perchè nonostante le dichiarazioni in senso contrario della band nella "Guida all'ascolto", questo in realtà è un disco politico, che prende una posizione politica chiara e netta, non così scontata come si potrebbe pensare a prima vista, magari limitandosi a dare un veloce sguardo alla copertina, in realtà estremamente più sottile, sofferta e ponderata ma chiara, precisa ed inequivocabile, ed anche questo viene fatto con classe, mascherando con un sagace tocco ironico verità spesso scomode ed il più delle volte celate, nel mondo reale, dietro storie di comodo; gli U.N.O. non si nascondono dietro al "politicamente corretto", quello che hanno da dire lo dicono in modo chiaro e senza l'abusatissimo filtro dell'ipocrisia. Già la "Prefazione" ci introduce nel mondo degli U.N.O., un mondo fatto di citazioni, di inserti, di racconti che ci fanno passare dalla voce di Berlusconi a quella di Mussolini, da Back in USSR dei Beatles ad Andreotti e Piero Ricca, da Carlo Verdone all'"... e poi dice che uno si butta a sinistra", tratto da Totò e i Re di Roma dell'indimenticato Antonio De Curtis, celebre battuta del "principe della risata" che da il titolo all'album. Il complesso schema di "Ma(t)rx", un affascinante Prog/rap che attraverso Marx, Boudelaire e Galileo ci invita a "guardare in modo differente ... a provare ad essere vivi", dimostra l'abilità lirica e di costruzione musicale della band romana. Un rock più "semplice" e melodico è invece "Silenzio", brano musicalmente più lineare ma dal contenuto estremamente profondo e toccante "Volerò sopra le idee ... sopra ogni pensiero, sul silenzio ipocrita che mischia il falso ed il vero ... " ... a parlare è, metaforicamente, uno degli 81 passeggeri che persero la vita sul cielo di Ustica nel 1980 ... Non solo Italia ma una visione sugli oppressi di tutto il mondo, di ieri e sopratutto di oggi e l'ironia come "arma" per denunciare questa oppressione in "Teschi e ossa" e nella seguente "Geronimo", breve narrato di Andrea Ra il primo ed un solido Hard Rock dai toni etnici il secondo. Un viaggio in Sud America prima sulle tracce di un notissimo medico argentino, oggi dipinto sulle magliette di migliaia di teenager che possibilmente non sanno neanche chi esso sia, con "Il Dottor Ernesto" che sullo sfondo di un tango ci racconta la storia di un uomo che "... ha dato via il suo camice per la divisa di soldato ... andando per il mondo a curare ferite più grosse" e quindi con "Cochabamba (la prima guerra dell'acqua)", in cui un contadino boliviano racconta della rivolta della città (Cochabamba n.d.a.) contro la privatizzazione dell'acqua (voluta dal governo boliviano n.d.a.) che costò anche molti morti tra i civili. "Gli anni di pongo" ci ripresentano gli U.N.O. ironici e dissacranti che ci raccontano, oltre che con l'ironia anche attraverso brani di repertorio ed una citazione di De Andrè, gli anni del terrorismo rosso e nero in Italia. Brano più "normale" è "Verità elastica", sempre denso di inviti al pensiero libero nel testo ed in cui si notano interessanti intarsi new wave ed elettronici. Omaggio a Giovanni Lindo Ferretti ed i suoi CCCP Fedeli alla Linea è "C.C.C.P. Cresci Consuma Crepa Porco" feroce critica al consumismo dell'apparire dei giorni nostri, in cui "In un mondo tutto uguale il pensiero è opzionale ... indifferente, addormentato, lobotomizzato" (quanto è vero n.d.a.). Chiude la lunga suite finale: "Sentieri di Versi (Piccola storia d'Italia dal dopoguerra a oggi: racconti e ricordi)", brano che raggiunge i vertici dell'avventura di Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra, tra il referendum tra monarchia e repubblica, gli anni del boom e i suoi aspetti più oscuri, Pinelli, il '68, Carlo Giuliani, la P2, Pier Paolo Pasolini, il rampantismo ed il falso ottimismo e la falsa ricchezza degli anni '80, testi aspri e duri, pungenti ed ironici, toccanti ed emozionanti e musiche raffinate come "La guerra è finita (?)", gli echi elettronici de "Il boom" o la voce di Alice Pelle in "Una mattina di Novembre", suite ricca ovviamente anch'essa di citazioni ed inserti: Alberto Sordi, il mitico clacson de "Il sorpasso", i Rage Against the Machine, Fabrizio De Andrè, Radio Aut, Radio Alice; una suite articolata e complessa, dal sapore veramente unico. Poi dice che U.N.O: si butta a sinistra" è un album vero, sincero; un campionario musicale che si muove a 360° presentando dal punto di vista lirico un crudo spaccato dell'Italia e non solo, il tutto raccolto in poco più di 60 minuti di note e parole assolutamente imperdibili, sinceramente capaci di "toccare" cuori e "accendere" cervelli, alimento per l'anima e per la mente. Non penso che tutti condivideranno questa mia recensione, le implicazioni politiche sicuramente possono essere elemento di divisione notevole, magari pur apprezzandone la componente musicale alcuni si troveranno in disaccordo con i temi trattati ma ad ogni modo io ho apprezzato molto sia la parte musicale che l'approccio testuale, un disco che dimostra come la musica può anche essere invito al pensiero e non mero strumento di omologazione. 88/100
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Felice Altarocca : Voce, testi e melodie Anno: 2009 Sul web: |